Manicure

Nunzia non si direbbe, giovane com’è, che tiene un marito e una figlia, però è lei che manda avanti la casa: Pasquale non ci sta mai, rientra tardi e quando torna è stanco, vuole cenare e la creatura deve già stare nella culla. È normale: il lavoro che fa è pesante, anche se di soldi ancora non se ne vedono tanti. Prima pure lei lavorava, in un locale a Posillipo, ma poi è rimasta incinta, che doveva fare.
Se pensa alla bella gente che passava da lì, le viene nostalgia: se non ci rimaneva, prima o poi uno che la faceva sfondare lo trovava. Una sera uno le ha detto: Bella voce, mai pensato di fare la cantante? Nunzia non sapeva che dire, poi quello non le toglieva gli occhi dalla scollatura. Per staccarseli di dosso, ha preso la giacca ed è andata ad appenderla. Quando è tornata, lui non c’era più.

Dopo le nozze, con Pasquale sono andati a stare dirimpetto ai genitori. Mo’ lei sta a casa: con la piccerella, di trovare un posto non se ne parla, e poi lui mica si accontenta della femmina. Almeno un maschio glielo deve fare.
Femmina e buona, comunque, un bello spavento se l’è pigliato pure lui quando ha sentito che Lisetta l’aveva rubata una zingara: subito a casa è corso, a rischio di perdere il lavoro.
La bambina non era stata rubata davvero, ma quando è arrivato Nunzia gli ha spiegato tutto e lui si è calmato. È a fin di bene, ha detto: quei zozzoni prima o poi se ne dovevano andare, ché a vedere quei bimbi zellosi e quelle femmine stracciate non si sta mai tranquilli.
E poi ora è sicura: quando le creature si fanno grandi, a lei una bottega di manicure nessuno gliela toglie. Don Ciro l’ha promesso, ha giurato sulla testa dei figli. E lui è uno che alla famiglia ci tiene, quindi Nunzia non deve più avere paura finché campa.