Macello.

Nel mio rettangolo c’è una lunga fila di donne struccate al macello.
Indossano camici verde mela e cuffie trasparenti a raccoglierne i capelli.
Tutte stesso volto minuto e identica età, a stento riconosco mia madre.
Potrei anche sbagliarmi.
Le cosce strette da gambaletti bianchi. Nylon grezzo tipo scuola.
Ognuna ha con sé una busta di plastica. Vuota.
Ognuna aspetta il turno.
Entra dalla porta e ne esce più leggera con la busta piena di interiora e viscere di donna, seni, ovaie, tube, uteri e sangue.
A sporcare di sangue il camice verde mela.
Senza nessuna musica che accompagni la morte.