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I cittadini dei Comuni rivieraschi del lago di Garda non dovranno pagare integrazioni all’Imu per la prima casa.
Ma c’è addirittura chi si è spinto oltre. Torri ha deliberato la riduzione del 20 per cento dell’aliquota sulle seconde case,
che è già al minomo dello 0,73 per cento.

Rimane confermata, invece, quella del 4 per mille sulle prime case.
Così, da un introito dell’anno precedente di 2 milioni derivanti sostanzialmente da seconde case, l’amministrazione ora incasserà mezzo milione in meno.
“Soldi che resteranno nelle tasche dei contribuenti e che spero spenderanno per divertirsi a Natale”, spiega il sindaco Giorgio Passionelli.
La media dell’Imu sulla seconda casa, a Torri, va dai mille ai 1.500 euro, quindi il risparmio del 20% si trasforma in una bella sommetta.
L’ entrata della prima casa, invece, è di circa 300 mila euro, quindi il totale del mancato gettito tra prima e seconda casa è di 800 mila euro.

La scelta dell’amministrazione Passionelli di detassare le seconde case
ricordando anche che proprio nella frazione di Albisano si è costituito un Comitato battagliero di non residenti ruota tutta attorno al patto di stabilità:
“Gli 800 mila euro che non entrano –spiega- li copro con l’avanzo di 900 mila euro che ho in assestamento di bilancio”.
Le aliquote applicate per il 2013 da Torri anche alle altre categorie sono quelle minime previste dalla legge:
alberghi allo 0,76 e 0,46 per tutte le attività produttive.
Scendono allo 0,46 anche le seconde case, i cui proprietari concedono in comodato gratuito l’abitazione a parenti di primo grado.

Ma lo scenario è buono anche per gli altri Comuni rivieraschi: Malcesine, Torri, Garda, Bardolino, Lazise e Peschiera non hanno introdotto aumenti.
Peschiera ha azzerato l’aliquota per l’abitazione principale, mentre Garda l’ha ridotta allo 0,3 per cento.
C’è da ricordare che le abitazioni sul lago di Garda, in quasi tutti i paesi, per due terzi sono seconde case.
Quindi il grosso del gettito in bilancio dell’Imu si gioca su quello.

Fa eccezione Castelnuovo, dove la maggioranza delle abitazioni sono di residenti e che con l’introduzione dell’Imu nel 2012 aveva attestato l’aliquota al 4,5 per mille.

Il sindaco Maurizio Bernardi precisa di non aver innalzato l’aliquota nel 2013, ma di aver semplicemente confermato quella dell’anno precedente.
E punta il dito: “E’ tutta colpa dei comuni furbetti, come quello di Verona, che hanno pensato di innalzare l’aliquota per incassare dallo Stato,
ed ora ci troviamo che dobbiamo far pagare anche noi che non abbiamo imposto aumenti”.
Il sindaco, poi spiega, che grossomodo la quota che dovranno sborsare ora i cittadini di Castelnuovo per la prima casa è circa lo 0,2 per mille di quello che avrebbero dovuto pagare.

da ReportGarda