L’assalto degli spettri sottili

Un minuscolo foro non basta per illuminare la stanza, un cono di luce è appena sufficiente perchè l’animo non perda ogni speranza, rannicchiato in posizione di difesa, pronto a darsi la morte, perchè la vita è leggera. Il cervello fluttua, lontano dalla scatola cranica, se sforzo gli occhi lo vedo appena al di sopra di quel raggio di luce che segna l’orizzonte.

“Io so che non abbiamo alcuna possibilità, non di meno siamo qui”

A seguito di un coito consumato per disperazione e noia tra due ingranaggi arrugginiti di un orologio svizzero, nacque l’imperatore. Cresciuto a vapore e carbone in un regno di democratici fantasmi, ha appreso ad amare noi tutti di folle passione. Egli ci ama di quell’amore che tutto quanto avvolge e permea. Venera il suo popolo e piange quando tra le sue braccia muoriamo asfittici, per le essenze di rosa che ovunque spande.

“Noi siamo qui oggi per sferrare il nostro colpo più forte, ben sapendo che non sortirà effetto. La nostra offensiva sì infrangerà sulle labbra del padre, che col suo respiro d’occidente ci respingerà lontano, distanti, ma mai così tanto da non poterci sfiorare allungando un poco le dita.”

Quando la battaglia iniziò i nostro corpi erano pesanti e gonfi come cadaveri riversi nel mare. Nella lotta perdemmo tutto e tutti, dimenticammo noi stessi e gli altri, e loro si scordarono di noi. Combattemmo indifferenti al nostro sangue, incapaci di sfiorare con dolcezza il suolo, cadevamo con fragore, oppure restavamo in piedi nell’approssimarsi della sconfitta che avrebbe annunciato il nostro ritorno.
Noi oggi perdiamo perchè proveniamo da un mondo di spettri sottili e filiformi.

Io solo pagherò affinchè voi possiate vivere nel mondo pacificato dell’imperatore delle grasse illusioni. Verrò rinchiuso nella cella arida dei figli ingrati, con indosso
odiose bianche vesta e lì compierò l’inevitabile ultimo gesto.
Consegnate al ciambellano l’ultimo messaggio

Troppo fragile la spenta ciminiera
osserva la ruggine tingere l’autunno