La ruggine ha un colore caratteristico, alcuni tramonti
sono del colore della ruggine. La ruggine forse sarà anche quello
che ritroveremo al tramonto della nostra civiltà di
macchine. Non è detto che il mondo sarà brutto color
ruggine con una predominanza di verde, la vegetazione
incolta penetrata ovunque.
Ruggine e verde e silenzio.
A parte il fatto che noi ci saremo spenti in qualche
maniera atroce, non dovrebbe essere un brutto scenario.

Ci ritroviamo quindi a scrivere ruggine perché questo
è il futuro che immaginiamo. Perché la ruggine è
quanto rende effimere le nostre sofisticate macchine.

Senza guanti e senza mascherina tagliamo e cuciamo,
raccogliamo pezzi di ferro erosi e li incolliamo in uno
strano pupazzo meccanico. Sporcarsi le mani di ruggine,
imparare a conoscerne la composizione chimica forse
non basterà a farci sopravvivere, ma almeno ci farà
sentire meno inutili.

Questa rivista è aperiodica perché noi siamo discontinui,
nessuno di noi è un professionista della scrittura e tutto
ciò che leggete è rubato alla vita, al lavoro, al mondo
tronfio che finirà in ruggine. Intanto questo è il primo numero.