Lavorazione parte I.

Années Terribles (parte I)

Punto della situazione.

Piano della struttura.

Parte I (già pubblicata)

1. si apre con Delescluze che muore sulla barricata
2. (lunga) Longchamp 1867, con Napo e i reali etc. → breve storia della Francia 1800-1867 e storia dell’Impero fino al 1867
3. (lunga) si passa al 4 settembre 1870, la repubblica e la minaccia prussiana
4 Messico 1867
5. (lunga) si passa a Gambetta e al suo pallone aereostatico → la Difesa Nazionale
6 Primavera 1870 → elezioni ’69 e plebiscito
7. (lunga) si passa al 31 ottobre 1870, Belleville vs il governo
8. Londra 1873
9. la fame. menù di ratto (trascrizione)

……………

Parte II

10. si apre con l’esecuzione di Rossel, 28 novembre 1871.
11. si passa al confine svizzero, 1 febbraio 1871, l’internamento dell’ultima armata della Difesa Nazionale
12. si passa a Longchamp giugno 1871
13. si passa all’annuncio dell’armistizio (fine gennaio) e sue conseguenze (le dimissioni di Gambetta e le elezioni di febbraio)
14. si passa alla morte di Gambetta 1882
15. si passa alla parata dei prussiani sugli champs-elysées, 1 marzo 1871.
16. si passa alla fuga di Boulanger, 1889
17. si passa al 18 marzo, l’inizio della Comune
18. si passa a Galliffet di fronte all’assemblea, 1899.
19. si passa al 1834, il “giovane Thiers” e la repressione → le rivoluzioni parigine/popolo vs borghesia/Parigi vs Francia (NB richiamare l’esecuzione di Rossel)
20. si passa a Galliffet che “seleziona” i prigionieri, maggio 1871
21. (conclusione) si passa all’inaugurazione di Place de la République (1879) → Sacre Coeur, 1873; emendamento Wallon, 1875; → la repubblica senza repubblicani.

Scena 10. Campo di Satory, 28 novembre 1871.

(Appunti.
il colonnello Louis-Nathaniel Rossel è l’unico ufficiale di carriera dell’esercito ad essere passato dalla parte dei comunardi. è giovane (27 anni nel 1871) e promettente. rinchiuso a Metz con l’armata di Bazaine, al momento della resa fugge e raggiunge Gambetta a Tours. accusa Bazaine di tradimento e incita Gambetta a continuare la guerra. è profondamente convinto che Thiers e altri politici vogliano restaurare la monarchia, o quantomeno un governo conservatore autoritario. collabora con Gambetta durante le ultime fasi della guerra, poi allo scoppio della Comune va a Parigi e si mette “al servizio del popolo francese”. quando la Comune viene abbattuta Rossel è arrestato. Moltissimi lo considerano un eroe, o quantomeno lo vedono come un degno avversario, anche all’interno del governo e dell’esercito. insomma non è equiparato agli altri comunardi, considerati feccia. anche il colonnello Denfert-Rochereau, eroe della difesa di Belfort contro i prussiani, lo difende. Per loro Rossel ha combattuto per la Francia, non contro di essa. Ma Thiers è inflessibile: “Il fallait faire un exemple”, bisognava dare un esempio, dirà. E d’altra parte nessuno si oppone fino alle estreme conseguenze alla condanna del colonnello. Proprio perché non è feccia, proprio perché è l’esempio vivente di come un promettente ufficiale possa scegliere di non servire il governo, Rossel viene fucilato.

Scena 11. Verrières, frontiera svizzera, 31 gennaio 1871.

Panorama-Bourbaki.

Fuochi accesi nella neve.
Centinaia, migliaia di fuochi. Ci sono 87.000 uomini nella notte del massiccio del Jura, Alpi francesi. La temperatura raggiunge i 20 gradi sotto lo zero. Il respiro fa congelare i baffi e i pizzetti che si irrigidiscono, diventano bianchi. Bianchi come la neve che non smette di cadere. I piedi e le mani, diventano di altri colori.
Il generale Bourbaki è figlio di un greco, morto lottando per l’indipendenza del proprio paese. Con una certa dose d’ignoranza, in Francia è sempre stato chiamato Il Turco. Il generale Bourbaki che quattro anni fa ha sfilato a Longchamp alla testa della guardia imperiale, coperto d’oro e d’argento. Charles Denis Sauter Bourbaki, che comanda l’ultima armata della Difesa Nazionale, si è tirato un colpo di pistola in testa 5 giorni fa.
Ci sono 87.000 uomini a congelare nella notte e nel ghiaccio, a pochi passi dal confine svizzero. Erano 150.000, prima che iniziasse a nevicare.
La pallottola è entrata nel cranio del generale Bourbaki, ha fatto un mezzo giro seguendo l’arco della calotta cranica e ne è uscita. Senza danneggiare il cervello. Senza ucciderlo.
L’Armata dell’Est, l’ultima messa in piedi da Gambetta per tentare di capovolgere le sorti della guerra. 150.000 uomini male armati, peggio equipaggiati e scagliati contro le trincee prussiane attorno a Belfort, l’ultima piazzaforte di frontiera che ancora resista in mani francesi. Una settimana di scontri violentissimi, la vittoria a portata di mano. Poi la ritirata, ordinata da un Bourbaki che già accarezzava la pistola con la quale avrebbe tentato di porre fine almeno alle sue, sofferenze. Alla sua, vergogna. Una ritirata attraverso le Alpi del Jura, gli altipiani dell’Haut-Doubs, i prussiani alle calcagna. In metri e metri di neve, con le patetiche uniformi di panno raggranellate da Gambetta.
Quando Bourbaki si è sparato, il comando delle operazioni era già passato al generale Justin Clinchant. Un repubblicano. Clinchant sa che, per una mostruosa svista di Jules Ferry, l’Armata dell’Est non è stata inclusa nell’armistizio. L’armistizio che Ferry ha firmato con i prussiani, a nome del generale-presidente Trochu. La guerra è finita, ma non per gli 87.000 nella notte alpina, né per i lupi in divisa blu scuro che ne fiutano il sangue. Clinchant sa che una battaglia, ora, sarebbe un immane massacro. Sa che forse la metà dei suoi uomini riesce a malapena ad alzarsi in piedi. Su quel che resta, dei piedi.
Il generale Clinchant domani firmerà una convenzione con le autorità svizzere. Chiederà che la sua armata, l’ultima armata della Repubblica Francese, venga disarmata e fatta entrare in Svizzera. Venga internata, come una moltitudine di profughi. L’unico modo per salvare quegli ultimi 87.000 soldati-contadini.
La fine della guerra.

(Appunti.
richiamare la figura di Bourbaki, inserire quella di Clinchant.
quando viene concluso l’armistizio con la Prussia, quel genio di Jules Ferry che concorda i termini con Bismark si dimentica letteralmente di una delle armate di Gambetta, e non la include. è l’armata dell’est del generale Bourbaki, in ritirata nella regione del Jura (alpi francesi) in condizioni devastanti. gelo, tempeste di neve. i prussiani inseguono. a fine gennaio l’armata è spalle al muro, il muro è la frontiera svizzera. bourbaki, vecchio generale bonapartista, il 26 gennaio cede il comando al generale repubblicano Justin Clinchant e tenta il suicidio con un colpo di pistola. Per evitare che i suoi vengano massacrati dai prussiani, Clinchant conclude col generale Herzog dell’esercito federale svizzero la convenzione di Verrieres: l’armata dell’est viene internata in Svizzera. è, di fatto, la fine della guerra.

Scena 12. Longchamp giugno 1871.

(Appunti.
scena speculare alla 2, senza lo spiegone.
appena massacrata la Comune e Parigi, Thiers e MacMahon passano in rassegna l’armata di Versailles a Longchamp. L’atmosfera è chiaramente assai diversa da quella del 1867, ma anche questa seconda parata di Longchamp è una celebrazione. è il momento della definitiva legittimazione del governo che ha distrutto Parigi, e della cementificazione dell’Ordre Moral appoggiato ai due pilastri della maggioranza parlamentare conservatrice e dell’esercito (Thiers e MacMahon si abbracciano)

Scena 13. Parigi febbraio 1871.

(forse la si elimina)

Scena 14. Sèvres 31 dicembre 1882.

(Appunti.
Gambetta muore il 31 dicembre 1882 nella sua casa di Sevres, presso Parigi. le circostanze non sono chiare: i referti medici dicono cancro dell’intestino, diagnosticato il 23, e del resto Gambetta aveva sempre avuto problemissimi di stomaco/intestino fin dall’infanzia; d’altra parte, pare che poco tempo prima la sua amante gli avesse sparato ad una spalla durante una scenata. in ogni caso, la sua morte ci da modo di raccontare cosa sia successo a grandi linee tra 1871 e 1882.

Scena 15. Parigi 18 febbraio 1871.

(Appunti.
Il 17 febbraio l’esercito prussiano vittorioso sfila lungo gli Champs Elysées, in una Parigi muta. le guardie nazionali, che durante l’assedio avevano pagato di tasca propria la costruzione di qualche centinaia di cannoni, non vogliono che siano consegnati ai prussiani (come invece prescriverebbe il testo dell’armistizio), e quindi li sottraggono alla custodia dei regolari francesi e li portano lontano dagli Champs. in particolare nei quartieri “rossi”, Belleville e Montmartre.

Scena 16. Ixelles, 30 settembre 1891.

(Appunti.
sotto forma di “fiaba” la storia del biondo generale Boulanger.

Scena 17. Parigi 18 marzo 1871.

(Appunti.
la giornata del 18, scoppio dell’insurrezione, in real-time. volutamente ignorare i comunardi, sottolineare il fatto che Thiers ha fatto più o meno di tutto perché le cose degenerassero, e al contrario dei suoi predecessori (da Carlo X a Trochu) non fa alcun tentativo per evitare che la situazione vada del tutto fuori controllo, anzi. (introdurre Clemenceau)

Scena 18. Parigi 1899.

(Appunti.
in pieno caso Dreyfus (accennarlo appena, senno’ è un casotto) viene nominato ministro della guerra il generale marchese Gaston de Galliffet. sua rapida descrizione. entra nell’aula dell’assemblea e viene accolto dalle urla dei radicali, in testa Clemenceau: “Assassin! Assassin!”. Galliffet non fa una piega, risponde: “Assassin? Present!” (troncare di netto la scena qui, poi si capirà)

Scena 19. Parigi 1834 (pensarci un attimo: 1834? 1848?)

(Appunti.

Scena 20. Appena fuori dai bastioni di Parigi, maggio 1871.

(Appunti.
scena di Galliffet giovane colonnello che ferma una colonna di comunardi prigionieri. "il ordonne : “que ceux qui ont des cheveux gris sortent des rangs !”. 111 captifs s’avancent. “Vous, leur dit-il, vous avez vu juin 1848, vous êtes plus coupables que les autres !”. Il les fait mitrailler dans les fossés des fortifications" (cit. in Serman)

Scena 21. Place de la République.

(Appunti.
beh, è la conclusione, ci penso alla fine.