HUMANISM AND ANARCHISM by Camillo Berneri UMANESIMO E ANARCHISMO di Camillo Berneri
Published in L’adunata dei refrattari (New York), August 22 and 29, 1936. Pubblicato su L’adunata dei refrattari (New York) del 22 e del 29 agosto 1936.
The giellista movement put into circulation a word that is not new or unusual among educated but that has attracted derogatory smiles and suggested easy ironies between caporalucci migration antifascist. That word, Humanism, has to be understood in a more broad meaning of that is generally attributed to return, philosophical and literary, and exclusive. Humanism is a word that sums up the spirit of the Renaissance and means, and foremost, the cult of Man taken as a basis for all design aesthetics, ethics and sociological. Humanism is essentially defined in the famous formula Terenzio, Homo sum: humani nihil a me alienum puto, that is, "I am a man, and I think that nothing that is human is alien to me.” Only those who see the man in every man, only they are humanists. The greedy industry that sees only a worker in the worker, an economist who sees in the producer nothing but the producer, the politician who sees in the citizen nothing but a voter: these types of humans who are far from being humanists in social life. Similarly distant from that concept are those revolutionaries who on a classist plane reproduce the arbitrary generalizations that have their counterpart in the field of nationalism in the form of xenophobia. Il movimento giellista ha messo in circolazione una parola che non è nuova né inconsueta tra i colti ma che ha suscitato sprezzanti sorrisi e suggerito facili ironie tra i caporalucci dell’emigrazione antifascista. Quella parola, Umanesimo, va intesa in modo più largo del significato, che le è generalmente attribuito, di ritorno, filosofico e letterario, all’antico. Umanesimo è parola che riassume lo spirito del Rinascimento e significa, ancora e soprattutto, il culto dell’Uomo preso come base di ogni concezione estetica, etica e sociologica. L’umanesimo è, sostanzialmente, definito nella celebre formula di Terenzio, Homo sum: humani nihil a me alienum puto; ossia «Sono uomo, e penso che niente di quel che è umano mi sia estraneo». Soltanto chi veda in ogni uomo l’uomo, soltanto costui è umanista. L’industriale cupido che nell’operaio non vede che l’operaio, l’economista che nel produttore non vede che il produttore, il politico che nel cittadino non vede che l’elettore: ecco dei tipi umani che sono lontani da una concezione umanista della vita sociale. Egualmente lontani da quella concezione sono quei rivoluzionari che sul piano classista riproducono le generalizzazioni arbitrarie che nel campo nazionalista hanno nome xenofobia.
The revolutionary humanist is aware of the evolving role of the proletariat, it is with the proletariat because this class is oppressed, exploited and avvilita but not populist nell’ingenuità falls to the proletariat to give all the virtues and vices all bourgeoisie and the bourgeoisie itself comprises he in his dream of human emancipation. Peter Kropotkin said: “By working to abolish the division between masters and slaves, we are working to happiness each other, the happiness of humanity”. Social emancipation ripping the child to poor road and ripping the child to his wealthy life Flower Greenhouse, ripping the young proletarian to the overburdened and ripping the young ladies to oziose mollezze and bother corruttrici, ripping the woman, people to early retirement and conigliesca fertility and ripping the lady to fantasticherie ossessionanti that nell’ozio have their nursery and leads to adultery or suicide. Each class has its own pathology because every social environment has its own germs of mischief. Victim of the lack maternal care is the pariah fell in early delinquency, and the victim of unctuous servility and excessive comfort is the daddy’s boy who believes all lawful: from the seduction of sartina to the false chèque. The ladruncolo and the bancarottiere, the prostitute and the lady strangled by the danseur mondain are just so many faces of a single evil, but so many dissonances in a single social disharmony. The proletarian crowd cries “death to him!” against the bourgeois murderer, and L’Humanité approves and encourages this, but we do not. Not us, never. Determinists and humans defend the crowd of strikers linciante the boss, the crumiro, the policeman, in the name of defending it suffered pain, humiliation it suffered, the legitimacy of his violated rights, meaning moral anger that encompasses, the social warning that the effect releases, but if that same bourgeois kills, dominated jealous obsession, overwhelmed by a surge of anger, we will not be for us to just because he was born and raised in a palace rather than a stamberga. We explain how bourgeois life is corrupting, we denounce the weight of distorting prejudices that belong to the bourgeoisie. In short, we put the bourgeoisie on trial, not the individual bourgeois. The philosophy of reporting, in which journalists from democratic newspapers excel, is insufficiently developed vanguard of the press because they do not wish to abandon their classist tunnel vision consisting of panting after the bourgeois, the military, the priest, etc., forgetting the man. How educational would be a social philosophy of reporting! Il rivoluzionario umanista è consapevole della funzione evolutiva del proletariato, è con il proletariato perché questa classe è oppressa, sfruttata ed avvilita ma non cade nell’ingenuità populista di attribuire al proletariato tutte le virtù e alla borghesia tutti i vizi e la stessa borghesia egli comprende nel suo sogno di umana emancipazione. Pietro Kropotkin diceva: «Lavorando ad abolire la divisione fra padroni e schiavi, noi lavoriamo alla felicità degli uni e degli altri, alla felicità dell’umanità». L’emancipazione sociale strappa il bambino povero alla strada e strappa il bambino benestante alla sua vita di fiore di serra, strappa il giovane proletario all’abbrutimento del lavoro eccessivo e strappa il giovane signore alle oziose mollezze e alle noie corruttrici, strappa la donna del popolo alla precoce vecchiaia e alla conigliesca fecondità e strappa la dama alle fantasticherie ossessionanti che nell’ozio hanno il loro vivaio e sboccano nell’adulterio o nel suicidio. Ogni classe ha una propria patologia perché ogni ambiente sociale ha propri germi corruttori. Vittima delle mancate cure materne è il paria precocemente caduto nella delinquenza, e vittima dell’untuoso servilismo e dei comodi eccessivi è il figlio di papà che si crede tutto lecito: dalla seduzione della sartina allo chèque falso. II ladruncolo e il bancarottiere, la prostituta e la signora strangolata dal danseur mondain non sono che aspetti di un unico male, non sono che diverse dissonanze di un’unica disarmonia sociale. Gridi «a morte!» la folla proletaria, e l’approvi e la inciti l’Humanité, contro il borghese omicida, ma noi no. Noi no, mai. Deterministi ed umani, difenderemo la folla degli scioperanti linciante il padrone, il crumiro, il gendarme, la difenderemo in nome dei dolori da essa sofferti, delle umiliazioni da essa patite, della legittimità dei suoi conculcati diritti, del significato morale che quella collera racchiude, del monito sociale che quell’episodio sprigiona, ma se quello stesso borghese uccide, dominato dall’ossessione gelosa, travolto da un impeto di sdegno, non saremo noi ad infierire soltanto perché egli è nato e cresciuto in un palazzo invece che in una stamberga. Noi spiegheremo come la vita borghese sia corruttrice, denunceremo il peso deformante dei pregiudizî proprî della borghesia, faremo. insomma, il processo alla borghesia e non al singolo borghese. La filosofia della cronaca, nella quale eccellono giornalisti di quotidiani democratici, è insufficientemente sviluppata dalla stampa di avanguardia appunto perché non si vuole uscire dall’angusta visuale classista che consiste nell’accanirsi sul borghese, sul militare, sul prete, ecc., dimenticando l’uomo. Come sarebbe educativa una filosofia sociale dei fatti di cronaca!
Here is a priest arrested for sexual offence. Crude anticlericalism starts blowing priest. The court cases and books on mythomania impose the justice of the reserve. And is he guilty? But it is certain, given that this scandal is useful for the secular school, for the expulsion of the congregations, for free thought. The masons, the socialists, the communists are scagliano against the infamous, against the clerical satyr, against the swine priest, as the anti-semites for centuries hurled at the Jews accusations of ritual infanticide without a trial, without a serious piece of evidence, with the frenzy of wanting to force the enemy guilty. And in the choir are anarchists, generally. Instead it is to us, admitted the guilt of the priest, explain the cause: from celibacy to homosexuality, when it manifests latent, seminarile. It should go further, reaching to explain the hormonal determinism of sexual conduct, a determinism now obvious to anyone not totally ignorant of biology. Ecco un prete arrestato per reato sessuale. L’anticlericalismo grossolano si getta sul prete. La casistica giudiziaria ed i libri sulla mitomania imporrebbero la giustizia della riserva. È egli colpevole? Ma certo che lo è, dato che utilissimo è questo scandalo per la laicità della scuola. per la cacciata delle congregazioni, per il… libero pensiero.. Massoni, socialisti, comunisti si scagliano contro l’infame, contro il satiro chiericuto, contro il prete porco, come gli antisemiti si scagliarono per secoli sull’ebreo accusato di rituale infanticidio: senza una prova, senza un serio indizio, con la frenesia di voler per forza colpevole il nemico. E gli anarchici fanno coro, generalmente. Invece spetterebbe a noi, ammessa la colpevolezza del prete, spiegarne le causa: dal celibato all’omosessualità, latente quando non manifesta, seminarile. E bisognerebbe andare oltre, giungendo a spiegare il determinismo ormonico della condotta sessuale, determinismo oggi evidente per chiunque non sia del tutto ignorante di biologia.
The newspaper should become enlightened by a social critique, elaborated by scientific determinism, one of the main arguments of the vanguard press. Il fatto di cronaca dovrebbe diventare, illuminato dalla critica sociale, elaborato dal determinismo scientifico, uno dei principali argomenti della stampa di avanguardia.
This is a matter of record: in a Warsaw street, a girl faints, following a haemoptysis. A police officer, acting quickly, calls a taxi and orders the driver to take the sick woman to the hospital. The driver refuses, because the blood would stain his car. The crowd that has gathered takes the side of the driver. The policeman is desolate, and exclaiming, “The world is too bad,” shoots himself in the head with a revolver. Another policeman comes. Made aware of what happened, he also shoots himself in the head with a revolver. Ecco un fatto di cronaca: in una strada di Varsavia, una ragazza sviene, in seguito ad una emottisi. Un agente di polizia accorre, chiama un taxi ed ordina all’autista di condurre la malata ad un ospedale. L’autista rifiuta, per via del sangue che macchierebbe la sua vettura. La folla che si è ammassata solidarizza con l’autista. Il poliziotto ne è desolato ed esclamando «Il mondo è troppo brutto», sì spara nella testa una revolverata. Sopraggiunge un altro poliziotto. Messo al corrente di quanto è avvenuto, anch’egli si spara nella testa una revolverata.
A policeman is a social guard dog, but he can be a better man than a taxi driver, who is perhaps even a union member. Malatesta, persecuted by half the world’s police almost his entire life, not only knew this, but said and wrote it. When he, in a public meeting, turned to the carabinieri of the service in order to address human words to them, Paolo Valera had reproached him. Malatesta, responding to the attack, in the Volontà of Ancona, wrote, among other things, that "In every person something human in favourable circumstances can still be usefully evoked to overcome brutal instincts and education. Every man, however degraded, even a vicious murderess or a vile harness of the police, always has someone he or she loves, something that moves him or her. Every man has his sensitive chord; the thing is to discover it and make it vibrate.” Un poliziotto è socialmente un cane da guardia, ma può essere un uomo più buono di un autista magari sindacato. Malatesta, perseguitato dalle polizie di mezzo mondo quasi tutta la sua vita, non solo lo sapeva ma lo diceva e scriveva. Essendosi egli, in un comizio pubblico, rivolto si carabinieri di servizio per dir loro delle parole umane, Paolo Valera gliene aveva mosso rimprovero. Malatesta, rispondendo all’attacco, su Volontà di Ancona, scriveva, tra l’altro: «In ogni uomo resta sempre qualche cosa di umano che in circostanze favorevoli può essere evocato utilmente a sopraffare gl’istinti e l’educazione brutali. Ogni uomo, per quanto degradato, sia pure un feroce assassino o un vile arnese di polizia, ha sempre qualcuno che ama, qualche cosa che lo commuove. Ogni uomo ha la sua corda sensibile: il problema è di scoprirla e farla vibrare».
In an article in Umanità Nova (March 14, 1922), without failing to note that in general, the work of the carabinieri is no less harmful than that of criminals, Malatesta wrote: "The carabinieri and the royal guards are most often the poor unfortunate victims of circumstances, more worthy of pity than of hatred and contempt, and are likely to be personally the best of the worst among the fascists.” In un articolo su Umanità Nova (14 Marzo 1922), non mancando di affermare essere l’opera generale dei carabinieri non meno dannosa di quella dei delinquenti, Malatesta scriveva: a «I carabinieri e le guardie regie sono il più delle volte dei poveri disgraziati vittime delle circostanze, pica degni di pietà che di odio e di disprezzo, ed è probabile che personalmente siano migliori dei peggiori tra i fascisti».
Some comrades who did not know Malatesta personally, or even those who, having met him, had not apprehended his moral character, believed that he made these distinctions for political gain. This is to misconstrue Malatesta’s humanism. A man who hated the statist-bourgeois order, a revolutionary not only in thought but in action, Malatesta would not have hesitated, if he had considered it necessary and possible, to blow up all of the carabinieri barracks and all the police headquarters in Italy. But he knew that among the police and the royal guards were poor devils driven by need, lackiong political education, but no worse in soul than the average man. At the Milanese court, when read the judgement that the acquitted him, Malatesta went among the policemen, one of them became moved, and said: “May I embrace you?" throwing his arms about his neck. What man would reject, seeing such a gesture only the division and the function and not the heart, troubled and open, even for a moment, to the ideals of freedom and justice? Alcuni compagni che non hanno conosciuto personalmente Malatesta, o che pur avendolo avvicinato non hanno afferrata la di lui personalità morale, credono che egli facesse certe distinzioni per opportunità politica. È questo misconoscere l’umanesimo malatestiano. Uomo che odiava l’ordine statale-borghese, rivoluzionario non solo di pensiero ma anche di azione, Malatesta non avrebbe esitato a far saltare, se lo avesse ritenuto necessario e lo avesse potuto, tutte le caserme dei carabinieri e tutte le questure d’Italia. Ma egli sapeva che tra i carabinieri e tra le guardie regie vi erano dei poveri diavoli spinti dal bisogno, mancanti di educazione politica, ma non peggiori d’animo della media degli uomini. Alle Assise di Milano, quando, letta la sentenza che lo assolveva, Malatesta si ritirava fra i carabinieri, uno di essi, gli si fece innanzi commosso e dicendogli: «Mi permette di abbracciarlo?» gli buttò le braccia al collo. Quale uomo respingerebbe un tale gesto vedendo soltanto la divisa e la funzione e non il cuore turbato e aperto, sia pure per un momento, ad un ideale di libertà e di giustizia?
Malatesta was always profoundly human, even to the police who followed him around. One cold and rainy night, in Ancona, he knew that there was a policeman at the door, soaking and teeth chattering with cold in order to fulfil his task. To go to bed complacently, knowing the bloodhound was getting sick, would have been natural, but not for Malatesta, who came to the door to invite the policeman to get warm and drink a little coffee. Malatesta è stato sempre profondamente umano, anche verso i poliziotti che lo sorvegliavano. Una notte fredda e piovosa, in Ancona, egli sapeva che un questurino era là alla porta, ad inzupparsi e a battere i denti per adempiere il proprio compito. Andare a letto compiacendosi di sapere il segugio nelle peste sarebbe stato naturale, ma non per Malatesta, che scese alla porta ad invitare il questurino a scaldarsi un po’ e a bere un caffè.
The years passed, many years. One morning in Piazza della Signoria in Florence, Malatesta receives a “good morning, signor Errico” from an old municipal garbage collector. Equipped with a memory of both iron features like names, Malatesta is astonished day not recognize that guy. The question is, and those who told him: "I spent many years. It is recalled that night that I was at his door…” It was that policeman, who kept in his heart the memory of that kindness is preserved as the pages of a book quickly grasped flower in a sunny day by day joy live. Malatesta, tell that meeting, had a sweet smile of complacency, that same smile with which Gori rejected the insistent bid to bring the suitcase, heavy slabs from projection, police in Corsican tours of its conferences, waited at the station. Passarono gli anni, tanti anni. Una mattina, in piazza della Signoria, a Firenze, Malatesta riceve un «buon giorno, signor Errico» da un vecchio spazzino municipale. Dotato di una memoria ferrea sia delle fisionomie come dei nomi, Malatesta è stupito dì non riconoscere quel tizio. Gli domanda chi sia e quegli gli dice: «Sono passati tanti anni. Si ricorda quella notte che io ero alla sua porta…». Era quel questurino, che serbava in cuore il ricordo di quella gentilezza come si conserva tra le pagine di un libro il fiore colto in un giorno soleggiato dalla gioia dì vivere. Malatesta, nel raccontare quell’incontro, aveva un sorriso di dolce compiacenza, quello stesso sorriso con cui Gori respingeva l’insistente offerta di portargli la valigia, pesante di lastre da proiezione, dei poliziotti che, nel corso delle sue tournées di conferenze, lo attendevano alla stazione.
The sincerely lovable policeman is the wolf of Gubbio offering the leg. It is the beautiful miracle of the Idea which denies the value and dignity of the social function of the police and carabinieri, but that speaks to who is in the police and carabinieri. One quiet evening, still suffering from the violence usatemi of the Luxembourg police, I explained to a young policeman what the anarchists want. He listened to me with interest and, after reflecting, sighed: “It is a beautiful idea. But it will take at least fifty years to get there!” We must have blue eyes of a child and a sweet smile as he raised had to see the white city under a sun that will shine so soon. Fifty years! It seemed to many, while some anarchists age seem optimistic. And I was grateful to have compensated the day bruttura of those colleagues who had handcuffed infierito against me, yes, in the fragrant fields of peace and tenderness under the purple sky, more than I could ever believe in and, in man believing in Anarchy, whose historic opportunity derived dall’incontrarmi in men who do not have our theories in their heads, are at heart our neighbours, and from this day on, possible citizens of the city of tomorrow. Il poliziotto sinceramente amabile è il lupo di Gubbio che offre la zampa. È il bel miracolo dell’Idea che nega l’utilità e la dignità della funzione sociale del poliziotto e del carabiniere, ma che parla all’uomo che è nel poliziotto e nel carabiniere. Una dolce sera, ancora dolente delle violenze usatemi da gendarmi lussemburghesi, spiegavo ad un giovane gendarme che cosa vogliono gli anarchici. Mi ascoltò con interesse e, dopo aver riflettuto, sospirò: «È una bella idea. Ma ci vorranno almeno cinquant’anni per arrivarci!». Bisogna aver degli occhi azzurri da bambino ed un sorriso dolcissimo come egli aveva per vedere elevarsi la bianca città sotto un sole che splenderà così presto. Cinquant’anni! E gli parevano molti, mentre a certi anarchici i millenni sembrano ottimistici. Ed io gli fui grato dì aver compensato la bruttura di quei suoi colleghi che avevano infierito contro me ammanettato, sì che, in quella fragrante pace dei campi e sotto quella violacea tenerezza del cielo, potessi più che mai credere nell’uomo e, nell’uomo credendo, nell’Anarchia, la cui possibilità storica derivo dall’incontrarmi in uomini che pur non avendo in capo teorie nostre sono con il cuore a noi vicini e sono fin da oggi cittadini possibili della città di domani.
Esule in London, Louise Michel welcomed to see a policeman’s benevolent work of persuasion in escorting a drunk home, as she felt welcomed in the family in the milieu of the English aristocracy, in which she felt “the persistent impression of human honesty despite the cursed impicci,” as she welcomed, in the Tussaud museum, the wax effigy of Queen Victoria, for the peaceful goodness that emanated from it. When Kropotkin, in his wonderful memoirs, speaks of the imperial family, he speaks as a man who has seen the influence of education and the life of the princely court and knows how how influence determines what determines that the stamberga and of osteria. Friendly and prodigal towards the beggars of London, Kropotkin is indulgent toward princes because his intelligent goodness encompasses both, from the pitiful pariah to the powerful, victims in spirit. Who would have suspected the Archduke Rudolph of Habsburg to be a Republican and an atheist? Could Luccheni imagine that the Empress Elizabeth prophesied the fall of thrones and that she was a Madame Bovary who loved Heine, who secretly helped Wagner, and who, stifled in the court by the weight of the etiquette that forbade her even to be alone by an open window, to walk in the park in Lainz, to caress the children of people and farmers, to walk in the streets of Vienna, making purchases in stores, as used to a Monaco, and free girl? Paria the Luccheni, the Empress a slave, as her son Rodolfo was to be a slave until he escaped by means of suicide the weight of a life of protocol too narrow for his deep spirit. Even emperors and kings, from the cradle to the throne, and from that to the grave surrounded by flattery and bows, then conducted to see themselves as numi, present, madmen, criminals and fannulloni excluded, some valuable and sympathetic side. Franz Joseph, epilettoide, presumptuous, violent, stubborn, dry and hard had well developed sense of duty, which was for him to make dl seriously emperor. Sick with pneumonia, he went to the station awaiting the arrival of a Russian archduke that, as long as between Vienna and Petersburg there was a certain tension in relations, feared that his absence was badly interpreted. Old and sick, he continued until his death, despite insomnia and high fever, to rise to five in the morning to get a table and stay all day, despite the recommendations and prayers of his family. On the evening of his last day, his assistant field, seeing that he could no longer raise the right and bring it to the ink, forced to lie down. The man protested: "I have yet to be done, I still have to work. And in his last night. Esule a Londra, Luisa Michel si compiaceva di vedere la benevolente opera di persuasione di un policeman per far rientrare in casa un ubriaco, come si compiaceva di sentirsi in famiglia negli ambienti aristocratici inglesi, in cui sentiva «l’impressione dell’onestà umana persistente nonostante i maledetti impicci», come si compiaceva, al museo Tassaud, davanti all’effigie in cera della regina Vittoria, per la serena bontà che ne emanava. Quando Kropotkin, nelle sue meravigliose memorie, parla della famiglia imperiale, ne parla come uomo che ha conosciuto l’influenza dell’educazione principesca e della vita di corte e sa come quell’influenza determini quanto determina quella della stamberga e dell’osteria. Affabile e prodigo verso i mendicanti londinesi, Kropotkin è indulgente coi principi perché la sua intelligente bontà comprende gli uni e gli altri, pietosa coi paria e giusta verso i potenti, vittime nello spirito. Chi avrebbe sospettato il repubblicano e l’ateo nell’arciduca Rodolfo d’Asburgo? Poteva il Luccheni immaginare che l’imperatrice Elisabetta profetizzava la caduta di tutti i troni e non era che una Madame Bovary che amava Heine, soccorreva di nascosto Wagner e soffocava alla corte per il peso dell’etichetta che le vietava perfino di aprire da sola la finestra, di passeggiare nel parco di Lainz, dì accarezzare i bimbi di popolani e contadini, di girare per le vie di Vienna, facendo acquisti nei negozi, come soleva a Monaco, fanciulla e libera? Paria il Luccheni, schiava limperatrice, come doveva essere schiavo suo figlio Rodolfo fino a quando si sottrasse con il suicidio al peso di una vita protocollare troppo angusta per il suo largo spirito. Perfino gli imperatori ed i re, dalla culla al trono e da questo alla tomba circondati da lusinghe e da genuflessioni, quindi condotti a considerarsi come dei numi, presentano, pazzi, criminali e fannulloni esclusi, qualche lato pregevole e simpatico. Francesco Giuseppe, epilettoide, presuntuoso, violento, caparbio, arido e duro aveva molto sviluppato il senso dei dovere, che era per lui quello dl fare sul serio l’imperatore. Malato di polmonite andò alla stazione in attesa dell’arrivo di un arciduca russo perché, essendo il tempo in cui tra Vienna e Pietroburgo esisteva una certa tensione di rapporti, temeva che la sua assenza fosse malamente interpretata. Vecchio e malato, continuò fino alla morte, nonostante le insonnie e le febbri altissime, ad alzarsi alle cinque del mattino per mettersi a tavolino, rimanendovi tutto il giorno, nonostante i consigli e le preghiere dei suoi familiari. La sera del suo ultimo giorno, il suo aiutante di campo, vedendo che egli non riusciva più a sollevare la destra e a portarla verso il calamaio, l’obbligò a coricarsi. Il vegliardo protestava: «Ho ancora da fare, ho ancora da lavorare». E spirò nella notte.
In a well organized society, Franz Joseph instead of the Kaiser impiccatore was a model employee. In a society like the one we want, Maximilian of Austria, rather than go to Mexico, would conquer feats of exploration, he who had the makings of a travelling poet and not far from that of soggiogatore of the people. In una società bene organizzata Francesco Giuseppe invece di fare il Kaiser impiccatore sarebbe stato un impiegato modello. In una società quale noi la vorremmo, Massimiliano d’Austria invece che andare a conquistare il Messico avrebbe fatto l’esploratore, lui che aveva la stoffa del viaggiatore poeta e non affatto quella dei soggiogatore di popoli.
Not ever able to see the humanity in the romantic-demagogic casellario of vulgarly subversive propaganda of which Italy had one of its typical expressions in Scalarini’s caricatures. All the officers were scalarineschi of bellimbusti with monocles with baffoni and with a muzzle by iena. All were scalarineschi bourgeois pigs with nails tigresche and stracarichi of gold and gems. The demagogue of caricature changed masters, as almost all the demagogues of oratory comiziesca. The Podrecca and the Notari of anticlerical pornography ended up in the baciapile; those who planted the flag in letamaio and sputacchiavano ended up as imperialists; those who ate the carabinieri alive (in words, that is) ended up as prefects. And, unfortunately, are still on the pulpit of subversive bagoloni that intellectually and morally do not apply more transfughi. Non riuscirò mai a vedere l’umanità nel casellario romantico-demagogico della propaganda volgarmente sovversiva che in Italia ebbe una delle sue tipiche espressioni nelle caricature di Scalarini. Tutti gli ufficiali scalarineschi erano dei bellimbusti con il monocolo, con i baffoni e con un muso da iena. Tutti i borghesi scalarineschi erano dei suini con unghie tigresche e stracarichi di ori e di gemme. Il demagogo della caricatura ha cambiato padrone, come quasi tutti i demagoghi dell’oratoria comiziesca. I Podrecca ed i Notari della pornografia anticlericale dovevano finire a fare i baciapile; quelli che piantavano la bandiera nel letamaio e la sputacchiavano dovevano finire imperialisti; quelli che mangiavano vivi i carabinieri (a parole, s’intende) sono finiti prefetti. E, purtroppo, sono ancora sul pulpito sovversivo dei bagoloni che intellettualmente e moralmente non valgono più dei transfughi.
A diciassett’anni General of Lavriano Morra, the state of siege in Sicily, I looked like a ferocious beast. Speaking or writing him I would not hesitate to compare to Gallifet, which was actually a criminal. Now I could not, because I affiorerebbe to mind a memory: that of a plaque affixed by him on a well that was a grave pair suicidal These peasants still children, suicide for the sake contrasted. General murare did well, he wanted them to be around it planted the trees and a rose garden and dictated the inscription, which was a small masterpiece of synthesis and poetry. The general courts sorprendeva-giberna me, as I had surprised some famous inquisitors able to kiss the leper, tender grab orphans, prisoners, the people. How about the political or religious superstition! And how easy it is to confuse the ferocity and absolute faith and with determination, the habit of violence and the circumstances of the moment with the heart! A diciassett’anni il generale Morra di Lavriano, quello della stato d’assedio in Sicilia, mi appariva come una bestia feroce. Parlando o scrivendo di lui non avrei esitato a paragonarlo a Gallifet, che fu in realtà un criminale. Ora non lo potrei, perché mi affiorerebbe alla mente un ricordo: quello di una lapide da lui apposta su di un pozzo che fu tomba a una coppia suicida Si trattava di contadini ancora fanciulli, suicidi per amore contrastato. Il generale fece murare il pozzo, volle che fossero attorno ad esso piantati dei salici e un roseto e dettò l’epigrafe, che era un piccolo capolavoro di sintesi e di poesia. Il generale dei tribunali-giberna mi sorprendeva, come mi avevano sorpreso certi famosi inquisitori capaci del bacio al lebbroso, teneri cogli orfani, i prigionieri, il popolo. Quanto può sull’uomo la superstizione religiosa o politica! E come è facile confondere la ferocia e la fede assoluta e decisa, l’abito alla violenza e le circostanze del momento con il cuore!
If I am optimistic that it does not believe the human beasts. I believe every soul in the dark more there is a star palpebrante that in every heart as diaccio there is some ’hidden heat. And I believe that in all walks of life there are some specific qualities, that human progress shall result from the fusion of classes as universalism shall result from the fusion of peoples and races. Se sono ottimista gli è che non credo alle belve umane. Credo che in ogni anima la più tenebrosa vi sia una stella palpebrante, che in ogni cuore il più diaccio vi sia un po’ di calore nascosto. E credo altresì che in ogni ceto sociale vi siano alcune qualità specifiche. sì che il progresso umano risulterà dalla fusione delle classi così come l’universalismo risulterà dalla fusione dei popoli e delle razze.
Geoffroy Saint-Hilaire said: "How curious! When Mr. Cuvier and I walk in the gallery of monkeys, he sees one thousand monkeys; I see but one.” Geoffroy Saint-Hilaire diceva: «Che cosa curiosa!, quando, il signor Cuvier ed io, passeggiamo nella galleria delle scimmie, lui vede mille scimmie, io, io non ne vedo che una».
When you see the military, the priest, the bourgeois, etc., it is difficult to see the man, who is infinitely varied in every social category, as costituire the categories as the human being and not of class or classes. Quando si vede il militare, il prete, il borghese, ecc. non si vede l’uomo, che è infinitamente vario in ogni categoria sociale, tanto vario da costituire delle categorie che sono umane e non di classe o di ceto.
The anarchism was theoretically developed by thinkers of various social origin. Bakunin, Kropotkin, Cafiero, Cherkesoff, Tarrida del Marmol were scions of the aristocracy; Malatesta, Fabbri, Galleani, Landauer, Mühsam were scions of the bourgeoisie; other theorists, from Proudhon to Rocker, come from the proletariat. L’anarchismo è stato teoricamente elaborato da pensatori di origine sociale varia. Bakunin, Kropotkin, Cafiero, Cerkesov, Tarrida Del Marmol erano dei fuorusciti dell’aristocrazia, Malatesta, Fabbri, Galleani, Landauer, Müsham erano dei fuorusciti della borghesia, altri teorici sono, da Proudhon a Rocker, usciti dal proletariato.
Despite this variety of social origin, anarchism has been enunciated clearly and consistently in every country as a socialist current and as a proletarian movement. But humanism has been enunciated to anarchism as individualistic concerns to ensure the development of personality and understanding, in the dream of social emancipation of all classes, of all classes, that of all humanity, all men have need to be redeemed by others and by themselves. The proletariat has been, is and will be more than ever the historical factor of this universal emancipation. But it will be much more will be at least misled by the demagoguery that indora and notice, which says God for treating from sheep, which puts on his head a crown of paper and I perfidiosamente lure to keep, or gain, on him the domain. Nonostante questa varietà di origine sociale, l’anarchismo si è affermato nettamente e costantemente in ogni paese come corrente socialista e come movimento proletario. Ma l’umanesimo si è affermato nell’anarchismo come preoccupazione individualista di garantire lo sviluppo delle personalità e come comprensione, nel sogno di emancipazione sociale, di tutte le classi, di tutti i ceti, ossia di tutta l’umanità, Tutti gli uomini hanno bisogno di essere redenti da altri e da sé stessi. Il proletariato è stato, è e sarà più che mai il fattore storico di questa universale emancipazione. Ma lo sarà tanto più quanto meno sarà fuorviato dalla demagogia che lo indora e ne diffida, che lo dice Dio per trattarlo da pecora, che gli pone sul capo una corona di cartapesta e io lusinga perfidiosamente per conservare, o per conquistare, su di lui il dominio.
Dictatorship of the proletariat; a formula equivocal as that of “the sovereign people.” The voice of the proletariat is not the vox Dei or the bark of a dog, but the voice of men, as multicord and discordant as each voice in the human community. Dittatura dei proletariato; formula equivoca quanto il popolo sovrano. La voce del proletariato non è vox Dei né latrato di cane, bensì voce di uomini, multicorde e discordante come ogni voce di collettività umana.
The popular genius is not a demiurge or a chaos, but a great river that here overflows and destroys and there makes fruitful, and tends to return too soon to its old bed. Il genio popolare non è un demiurgo né il caos, bensì grande fiume che straripa e qui distrugge e là feconda e tende a ritornare troppo presto nel letto antico.
The revolution is not an oligarchy of solemn statues in the motosa square, but the epic beauty of collective heroisms, the low tide of collective cowardice, the belluino regurgitation of the crime of the crowd, the construction of a new order in which the elites take the team and the compass and the multitudes make the materials, the arms and the artisan experience. La rivoluzione non è un’oligarchia di statue solenni in piazza motosa, bensì epica bellezza di collettivi eroismi, bassa-marea di collettive viltà, rigurgito belluino di delitto di folla, costruzione di un ordine novo in cui le élites tengono la squadra e il compasso e le moltitudini apportano i materiali, le braccia e l’esperienza artigiana.
No dictatorships, neither of the brain over the streets, nor of the streets over the brain, because every person has a brain and thinking is not in the streets. Whoever strikes blows of the pickaxe against Privilege is the man of the revolution. Whoever participates in solving the problems of production and exchange with sure expertise, with experience, and with an honest soul, is the man in the revolution. Whoever speaks clearly his own thought without seeking applause and without fear of others’ wrath is the man of the revolution. Niente dittature, né del cervello sui calli, né dei calli sul cervello, ché ogni uomo ha un cervello e il pensiero non sta nei calli. Chi dà colpi di piccone contro il Privilegio è l’uomo dalla rivoluzione. Chi partecipa alla soluzione dei problemi della produzione e dello scambio con sicura competenza, con maturata esperienza e con onesto animo è l’uomo della rivoluzione. Chi dice chiaramente il proprio pensiero senza cercate applausi e senza temere le collere è l’uomo della rivoluzione.
The enemy of the people is the politician, the speaker who exalts the proletariat in order to be a gadfly, who exalts the streets in order to claim exemption from making or remaking that complaint as counter-revolutionary who is not willing to follow the current popular in his errors and the development of tactical Jacobinism. Il nemico del popolo è il politicante, il parolaio che esalta il proletariato per esserne la mosca cocchiera, che esalta i calli per dispensarsi dal farseli o dal rifarseli, che denuncia come contro-rivoluzionario chiunque non sia disposto a seguire la corrente popolare nei suoi errori e gli sviluppi tattici del giacobinismo.
The dictatorship of the proletariat is the concept and formula of class imperialism, equivocal and absurd. The proletariat must disappear, not govern; the proletariat is the proletariat because from the cradle to the grave it is under the weight of belonging to the class that is poorer, less educated, less capable of individual emancipation, less influential in political life, more exposed to old age and early death, etc.. Redeeming these social injustices, the proletariat ceases to be a class apart. Since all other classes are stripped of their privileges. What remains to disappear class? The human categories remain: intelligent and stupid, educated and semi-uneducated, sick and healthy, honest and dishonest, beautiful and ugly, etc. Dittatura del proletariato è concetto e formula d’imperialismo classista, equivoca ed assurda. Il proletariato deve sparire, non governare, il proletariato è proletariato perché dalla culla alla tomba è sotto il peso dell’appartenenza alla classe più povera, meno istruita, meno passibile d’individuale emancipazione, meno influente nella vita politica, più esposta alla vecchiaia e alla morte precoce, ecc. Redento da queste ingiustizie sociali, il proletariato cessa di essere una classe a sé. poiché tutte le altre classi sono spogliate dei loro privilegi. Che cosa permane allo sparire delle classi? Rimangono le categorie umane: intelligenti e stupidi, colti e semi-incolti, sani e malati, onesti e disonesti, belli e brutti, ecc..
The social problem, the class problem, will be a human problem. Thus shall freedom advance and justice be concretized in its principal categories. The social revolution, classist in its origins, is humanist in its evolutionary processes. Whoever does not understand this truth is an idiot. Whoever denies it is an aspiring dictator. Il problema sociale, da classista, si farà problema umano. Allora la libertà sarà in marcia e la giustizia sarà già concretata nelle sue principali categorie. La rivoluzione sociale, classista nella sua genesi, è umanista nei suoi processi evolutivi. Chi non capisce questa verità è un idiota. Chi la nega è un aspirante dittatore.