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Corto circuito redux, di Emanuele Del Medico

Corto circuito

Ahhh, adesso non mi venite a dire quanto si stava bene prima… fregnacce.
È una questione di abitudine.
Se continuava così ci saremmo sbranati, come lupi. Ma la vedete la televisione? Vedete cosa sta succedendo là fuori, no?!
Tutta quella… feccia, quell’ammasso di pattume umano che si contorce e cerca in tutti i modi di oltrepassare il recinto attentando alle nostre libertà, ai nostri beni.
Il segreto per sopravvivere sta nello spirito di adattamento (lo fanno i virus, non dovremmo riuscirci noi?). Vedrete che a poco a poco l’ansia da assediati degrada, e rimane il dolce intorpidimento di chi non vede più il suo simile come una minaccia. Si elimina o si denuncia prima che lo diventi.
Ho deciso di modificarmi in Torretta di guardia vivente. L’operazione chirurgica di innesto dell’esoscheletro avviene in anestesia epidurale, non si sente troppo male. Ma il risveglio… beh, la prima volta allo specchio vedere che si è un parallelepipedo di titanio traslucido può fare un certo effetto. Qua dentro fa caldo, d’estate è torrido. Mi sento però protetto, per la prima volta davvero sicuro in questo guscio.
E se qualcuno pensa di infischiarsene si accomodi, ho quattro cannoncini taser e scariche di ultrasuoni da vendere per convincerlo. Mia moglie? Ci abbiamo pensato, l’ho elettrificata e adesso ha pure una visione stereoscopica: due microcamere di sorveglianza dietro e due ai lati della testa. Neanche si vedono.
Dite quello che volete ma sapere di essere diventato un baluardo della civiltà riempie di orgoglio i miei circuiti.