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racconto di Franco Merafino

Come tutti i giorni prendi l’ultima metropolitana. Non la puoi perdere perche’ il taxi non te lo puoi permettere. E come tutti i giorni incontri lo stesso uomo seduto nello stesso vagone. Ha sempre la stessa valigetta ventiquattrore, ma questa notte con delle piccole macchie, forse, di sangue; anche stanotte ti senti paranoica, perche’ molto probabilmente sara’ rossetto o spray o qualunque altra cosa di colore rosso, ma la tua passione per le fiction poliziesche ti sta minando il cervello.
Come tutti i giorni lui scende dopo una decina di fermate e questa volta decidi di scendere anche tu, perche’ magari puoi salvare qualcuno.
Usciti all’aperto, lui si accorge di essere seguito e, visibilmente terrorizzato, comincia a correre.
Tu vuoi saperne di piu’ e continui a seguirlo,correndo come una volta, quando facevi atletica.
Lui va sempre piu’ veloce e decidi, mentre corri, di tirare fuori il cellulare e di chiamare la polizia, li avverti che sta succedendo qualcosa, anche se non sai bene che cosa denunciare, ma l’indirizzo fai in tempo a darglielo.
Ti senti cretina: quello che scappa dev’essere molto piu’ spaventato di te.
Correte ancora per qualche chilometro finche’ lui si infila in un portone. Ti ci infili anche tu.
Prendi in mano il cellulare, ma, appena entrata, due uomini ti afferrano, ti imbavagliano e ti spogliano.
Finalmente senti la voce di quell’uomo: “Oh, senti che fiatone che c’ho. Da domani l’esca la fa uno di voi due che io ormai non c’ho piu’ l’eta’.”