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racconto di antonio mainenti

Trasferisciti potrai comprarti il Mac! Vieni con la tua compagna e i bambini, noi intanto ti prendiamo la casa. Tranquillo qui c’è lavoro, oltre al Mac comprerai pure la macchina.
Ci trasferiamo fiduciosi delle parole dell’amica, passano pochi mesi e nessun contratto, ma stupide scuse per essere allontanato. Nel frattempo quei pochi risparmi portati dall’Italia finiscono.
Trovatici in un paese straniero, senza soldi, con spese e pargoli, un paese di emigrati in Svizzera, dove l’immigrazione quasi non esiste, formattiamo.
Avremmo potuto arrenderci e ritornare nella lugubre Italia. Col cazzo: azione!
Abituati al tutto, consapevoli che il lavoro comunque fa schifo e che uno vale l’altro, ripartiamo da sottozero. I bambini sono felici, il vino è buono ma ho ripreso a fumare.
Qualcuno potrebbe anche morire di paura. Paura per una lingua non tua, per una bottiglia di olio d’oliva ormai vuota, per i troppi passi a piedi e per i vestiti ormai vecchi. Si, ma i bambini stanno bene: mangiano bene, hanno i vestiti e le scarpe nuove e se finisce l’olio troviamo il modo di comprarlo. Il lavoro non ci fa paura, uno vale l’altro e non esiste un lavoro migliore dell’altro. Ci sarà sempre un capo, uno stronzo che non conta un cazzo e che comanda, ma tu continuerai a prenderlo per il culo: hai altre priorità, che si fotta la carriera.

Mainenti