Ultimi discorsi.
(di Alessandro Romeo)
-Dici che sono vicini?
-Sono veloci, più veloci di noi. Hanno delle macchine, le ho viste in televisione… sono enormi ma si mimetizzano con la sabbia, è difficile vederle.
-Da quant’è che non senti tua madre?
-Un mese, un anno. Ho perso il numero. Non mi ricordo niente.
-Nemmeno io.
-Sta per piovere, ci sono i tuoni.
-No, c’è il sole, c’è un sole terribile. Sono loro a fare questi rumori.
-Sono davanti a noi, allora.
-Ci aspettano. Ci aspettano e ci inseguono.
-Tu sei mia sorella?
-No.
-Cosa sei?
-Non mi ricordo. Forse sono una di loro.
-Forse non ci siamo mai conosciuti.
-Se schiocchi le dita ti mostro la figa.
-E’ bello pensare che un giorno abbiamo deciso di scappare assieme.
-Forse non è mai successo, forse ci siamo incontrati lungo la strada.
-Mi ricordo un lungo periodo di indecisione. Non sapevamo cosa fare. Qualcuno proponeva di usare le pistole, poi alla fine siamo scappati tutti. Ti ricordi le riunioni del comitato?
-E’ vero! Una volta sei arrivata con una cesta di ananas…
-No, ti stai confondendo con la storia che ti ho raccontato poco fa.
-Quale storia?
-Non mi ricordo. Mi sembra di averti raccontato una storia.
-Ho degli occhiali da sole, se vuoi.
-A cosa mi servono?
-Ti proteggono dal sole.
-Perché ti preoccupi per me?
-Dicevano un gran male del sole, mi sembra.