Bruxelles, 21 Novembre 2013
Un anno in cui orientare radicalmente le politiche agricole a favore dell’agricoltura contadina famigliare
Venerdì 22 novembre, le Nazioni Unite a New York ha proclamato il 2014 Anno Internazionale dell’Agricoltura
Famigliare.
Dal 1993, La Via Campesina è l’organizzazione internazionale che difende quotidianamente l’agricoltura
contadina famigliare nel mondo con più di 160 organizzazioni in 79 Paesi e più di 200 milioni di contadini e
contadine aderenti.
In Europa, il Coordinamento Europeo Via Campesina è presente in più di 18 Paesi e riunisce organizzazioni di
contadini/e e lavoratori/trici agricoli/e sotto la bandiera della sovranità alimentare e dell’agricoltura contadina -
essenza dell’agricoltura familiare.
Le piccole e medie aziende contadine sono la spina dorsale economica e sociale dell’agricoltura europea, la
più potente a livello mondiale, dove in media le aziende agricole sono di 14 ettari e oltre il 69% delle aziende
agricole coltivano meno di 5 ettari e solo il 2,7% ha più di 100 ettari.
Imperniate sulle capacità e sull’intensità del lavoro – non sul capitale – adattate all’infinita diversità delle
condizioni naturali, sociali ed economiche, queste strutture produttive garantiscono la sicurezza e la diversità
alimentare ai cittadini europei, e sono un modello di sostenibilità sociale, economica ed ecologica.
Questa è un’agricoltura per vivere, non una attività speculativa.
Eppure, anno dopo anno, le politiche messe in atto in Europa sono pensate e applicate per farci sparire, in
una pseudomodernità inadeguata alle sfide del 21° secolo e alla crisi globale che affrontano le genti europee.
Oggi dobbiamo incoraggiare la relocalizzazione della produzione agricola e implementare, senza ritardi
ulteriori, politiche basate sui principi della sovranità alimentare per sostenere, mantenere ed espandere la
sostenibilità economica e sociale del modello dell’agricoltura contadina.
Si deve garantire oggi il diritto all’insediamento di nuovi agricoltori, giovani ma anche di persone provenienti
da altri settori economici in crisi che non offrono loro un futuro.
Abbiamo bisogno di far evolvere l’idea dell’agricoltura familiare, seguendo l’evoluzione della famiglia in
Europa, lontano dal patriarcato e senza discriminazione alcuna.
Le Politiche sulla terra devono seguire le linee guida approvate dagli Stati al Comitato per la sicurezza
alimentare delle Nazioni Unite (FAO).
I regolamenti in materia di igiene devono essere adattati alle realtà dell’agricoltura famigliare.
I regolamenti sulle sementi devono sostenere il controllo da parte degli agricoltori su questo elemento
fondamentale di tutta la produzione agricola, e non favorire solo l’industria sementiera.
Necessitiamo di finanziamenti pubblici più adatti alle piccole aziende agricole nei programmi di di sviluppo
rurale in corso di approvazione.
Si deve facilitare la creazione di nuovi circuiti corti di mercato più appropriati per l’agricoltura contadina
familiare.
E’ indispensabile regolamentare i mercati per garantire dei prezzi remunerativi e stabili per i contadini.
E’ infine essenziale consentire e favorire l’organizzazione collettiva e solidale dell’agricoltura contadina
familiare.
ECVC invita le istituzioni internazionali, e in modo particolare l’Unione Europea, a mostrarsi coerente
nella definizione delle politiche agricole.
L’anno dell’agricoltura familiare non deve essere un velo di comunicazione per dimenticare i negoziati critici
correnti come l’accordo commerciale con gli Stati Uniti – distruttivi per gli agricoltori -, quelli sulla regolazione
delle sementi e gli ultimi adeguamenti della futura PAC.
Solo questi cambiamenti radicali delle politiche garantiranno il riconoscimento e il futuro dell’agricoltura
familiare oltre l’anno 2014.
“Abbiamo bisogno di piccole aziende contadine! "
Contatti : Bruxelles. Geneviève Savigny : +33 6 25 55 16 87 Associazione Rurale Italiana: info@assorurale.it