Ass. di Cultura Agricola Orto di Carta - BOLLETTINO/NEWSLETTER - nov

via Marenda, 2.0 - 10010 - Lessolo (TO) - - - http://www.ortodicarta.eu/teslavive/gps/ -

orto di carta

STORIA

Nel 2006 Nicola Savio e Noemi Zago iniziano, in parte volontariamente in parte in maniera casuale, un processo di cambiamento. Dal centro di città si trasferiscono nella campagna dell’hinterland torinese ed iniziano a sperimentare i vari aspetti dell’autoproduzione, del riciclo e del riuso.
Le tematiche ambientali e sociali legate ai cambiamenti climatici, ai consumi energetici ed agli smottamenti sociali determinati dalla disponibilità di combustibili fossili li spingono ad approfondire e sviluppare competenze legate alla produzione alimentare ed alle tecniche di resilienza.
Pochi anni dopo il processo viene integrato da una prima “finestra virtuale” con l’apertura di un blog che, attraverso un canale comunicativo informale, svolgeva il duplice ruolo di diario e di strumento di confronto. Inizia, inoltre, un lavoro di divulgazione e diffusione delle tecniche legate all’agricoltura naturale, sinergica ed alla progettazione sostenibile.
Nel 2010 risulta evidente come gli spazi, fino ad allora occupati, non siano adeguati per continuare il percorso intrapreso. Nel 2011 iniziano i lavori su un ettaro di terreno acquistato a Lessolo (To) nei pressi di Ivrea dove poter dare un nuovo corso ed una realtà permanente al laboratorio di resilienza alimentare ed energetica OrtodiCarta che si costituisce come associazione abbandonando il limite “famigliare” per collettivizzare ed aprirne l’esperienza.

GLI OBIETTIVI

Primo obiettivo dell’associazione OrtodiCarta è quello di supportare la creazione una micro-fattoria sperimentale che sia in grado di produrre la maggior quantità di cibo ed energie con il minor input esterno possibile, soprattutto di derivati del petrolio e, allo stesso tempo, migliorare l’ecosistema in cui si va ad inserire mantenendo la fertilità del suolo e aumentando la biodiversità anche in spazi relativamente limitati.
Le azioni di OrtodiCarta si rifanno ai principi etici della permacultura:
Cura della Terra – preservazione del suolo, della biodiversità, dei cicli naturali
Cura delle persone – creazione di reti di scambio mutualistiche
Impostazioni di limiti al consumo – preservazione ed implementazione delle risorse

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Chi siamo raccontato dagli occhi di un altro

Orto di Carta – iosononicola@gmail.com – Posted: 7 Nov 2013

bollettino

Chi ci conosce, sa già chi siamo.
Affermazione del gusto lapalissiano ma, quasi, vera.
‘Quasi‘ perché ho delle difficoltà io stesso a capire dove ho messo i piedi la mattina presto, prima del caffè. Dopo il caffè, tendenzialmente, non mi pongo più il problema essendo riuscito ad arrivare in cucina.

Per chi non ci conosce, sarebbe troppo facile raccontarci.
Magari stiamo chiusi in una soffitta di Malindi a scolarci birra calda e ci stiamo inventando tutto… chi lo sà?!
Questa è pur sempre internet: al 70% pornografia, al 20% gattini buffi ed un 10% di informazione di cui, buona parte, dedicata ai rettiliani (io, per non sbagliare, abuso del 100% di tutto quanto… le immagini di amplessi perversi tra gattini con la coda di lucertola sono le mie preferite)

Ma poi, forme di vita intelligenti, partono a caccia.
Girano, ascoltano, raccolgono e selezionano. Bibliotecari di esistenze.
Esistenze che raccontano così, come loro le hanno viste.
Il che, dal mio punto di vista, è sempre un po’ imbarazzante… c’è gente che si ricordava di una mia chioma fluente. Inoltre, dimentico sempre di vestirmi ‘per l’occasione‘ facendomi sorprendere in mise imbarazzanti…

Daniel Tarozzi è uno dei bibliotecari.
Ora, Chiarelettere, ha pubblicato la sua raccolta, i suoi diari di viaggio, in un libro ‘Io Faccio Così‘

E, quindi, ecco chi siamo. Raccontato da Daniel.
(e per una volta è Noemi ad aprire le danze!)

Io faccio così #2:Nicola e Noemi, dalla città alla permacultura
Ed eccoci pronti con la nostra seconda storia. La settimana scorsa vi abbiamo raccontato di un imprenditore marchigiano,
Enrico Loccioni, che con la sua impresa riesce anche in tempi di crisi a fare profitto, assumere collaboratori e
costruire un legame sempre più profondo con il territorio. Stavolta vi presentiamo un’esperienza profondamente diversa
e una scelta di vita un po’ più estrema (almeno secondo i canoni della società contemporanea).
Non meravigliatevi se il salto è lungo: è bene che vi rendiate conto fin da subito della varietà, ricchezza, complessità
che caratterizza questa Italia “altra” e silenziosa, in fermento culturale, sociale, economico…

Qui potete leggere l’intero articolo con immagini varie.

bollettino sett/ott

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Lasagna Gardening

Orto di Carta – iosononicola@gmail.com – Posted: 21 Nov 2013

bollettino

pubblicato in: Risorse per la vita e la gloria
tags: agricoltura naturale, corsi, lasagna garden, no dig garden, orto lasagna, orto naturale, orto senza fatica, pacciamatura, permacultura, Ruth Stout, tecniche

Visto che devo rendere facilmente accessibili dei materiali molto vecchi per i numerosi amici di Colleretto Giacosa
ne approfitto per iniziare traslocare un po’ di materiali dal vecchio blog.

Non me ne abbiate se siete dei vecchi lettori… approfittatene per ripassare.

Dal vecchio blog ortodicarta.wordpress.com

Se sono un cialtrone a casa… perchè dovrei essere diverso sul web?
Non sono in vacanza ma faccio comunque finta di non esserci prendendomi il tempo per inseguire altre “storie possibili”.
Quindi come fare a mantenere il blog attivo senza farlo? Riciclare le mail che ricevo!!
Quello che segue è il mare di parole che ha appena sepolto il malaugurato anonimo che mi ha posto la domanda fondamentale:
che ci faccio con un prato duro come il cemento?
Domanda cascata proprio mentre sto preparando del materiale sul “lasagna gardening”…
Lo so, so essere crudele con la pazienza di chi si trova a leggere questi scritti. Ma voi continuate a scrivermi che sennò non so cosa postare!
Sono uno sciacallo? Si, è probabile :D:D
Spero che il destinatario di questa mail non me ne abbia e vorrei ringraziarlo per l’occasione che mi ha offerto per scrivere una cosa che avrei già dovuto scrivere da tempo.
Ciao *,
piccola doverosa premessa: ciò che mi chiedi comporterà un numero esagerato di parole…
prenditi il tuo tempo per leggere il tutto,
scusami per la non tempestività della risposta e per averne approfittato per tirarci fuori un’articolo per il blog
(omettendo le parti che ti riguardano personalmente)

anch’io sono un tuo fan: molla il lavoro in ufficio, alè aleè! (bhè… non proprio così, magari prima organizzati un attimo che sennò fai la mia stessa fine :-) )
Confortati, il senso di smarrimento è normale e ti perseguiterà per sempre, le variabili in gioco sono talmente tante che,
imbroccata una strada ci si chiede sempre se le cose non potevano essere fatte in un altro modo e si entra in crisi.
Ma alla fine, è “l’incazzatura” che ci manda avanti e ci fa studiare percorsi possibili…

Andiamo al dunque… cosa puoi fare? (adesso ti faccio incazzare…) Dipende.
Ma fa lo stesso e cerco di generalizzare…
Lascia stare tutto com’è, non ti preoccupare di suolo compatto, argilloso o sabbioso, secchezza delle fauci e gomito valgo
(che è pur sempre un problema nei lavori di vangatura).
Per ottenere un buon terreno esistono principalmente 2 modi:
- Quello “giusto” (faticoso ed antropocentrico) – doppia vangatura, incorporazione nel suolo di materia organica (compost o letami), ecc… ecc…
- Quello “sbagliato” (moooolto meno faticoso e che sfrutta i meccanismi del suolo),
più o meno il concetto è quello di creare una compostiera a cielo aperto da coltivare allegramente.
Il problema principale, in questo caso, sarà il recupero di sufficienti biomasse

Io, da sempre, voto per il secondo.
Quindi andiamo ad illustrare la ricetta per il perfetto “lasagna garden” così come Toby Hemenwey la riporta nei suoi corsi e percorsi permaculturali.

Il “Lasagna Garden” à la Hemenway (testato sulla mia pelle):

Realizzare un “Lasagna Garden” può essere semplice come l’impilare vecchi giornali e coprirli con qualsiasi materiale organico a disposizione.
Vista comunque la quantità di materia organica necessaria conviene partire con piccoli appezzamenti e poi espandersi nel tempo.
scegli una zona vicino a casa non troppo grande e procuratevi il materiale necessario:

1-Una bella pila di giornali (80 cm circa), evita le riviste patinate.
L’inchiostro non è un problema perchè, ormai, è tutto a base di soja e non tossico.
In alternativa puoi procurarti dei cartoni eliminando i punti da pinzatrice e i pezzi di nastro adesivo.
vicino a casa mia c’è un grande magazzino di elettrodomestici, dai cassoni sul retro si possono recuperare gli scatoloni dei frigoriferi
e delle lavatrici con in quali, in poco tempo, si possono coprire decine e decine di metri quadri di suolo.
In alternativa si possono usare vecchi tappeti o vestiti e vecchie coperte a patto che non siano di fibbre sintetiche.
2-Io ho fatto senza ma se vuoi puoi aggiungere degli ammendanti per il suolo come calce o cenere
3-Materia organica grezza. Questa può essere composta dallo sfalcio del prato, foglie secche, paglia, fieno marcio (occhio: può essere pieno di semi.
In questo caso meglio metterlo in un sacco nero chiuso al sole per 24 ore, in questo modo si bruciano i semi), piccoli rametti ecc…
L’unica attenzione da prestare è di rispettare una percentuale di 100/1 – 30/1 di Carbonio:Azoto… non è complesso, considera
Carbonio il materiale secco ed Azoto quello verde e sei a posto. Un eccesso di materiale verde provocherebbe marcescenze,
cattivi odori ed un substrato non utile per le piante a causa di eccessi di azoto e carenza di ossigeno per le radici…
4-Compost… tanto… diciamo 10 m2… in assenza puoi supplire con terriccio commerciale (ma non è bello…)
5-Hemenway consiglia anche del letame ben maturo, ma io, non fidandomi per niente degli allevatori della zona… evito accuratamente!
6-un paio di balle di paglia per la pacciamatura superficiale

Questa è comunque una lista indicativa… Una volta che hai sufficienti giornali o cartoni il resto del materiale organico può essere veramente qualsiasi cosa ti capiti sotto mano.

Procedimento:
Il giorno prima:
Verso sera bagna abbondantemente il terreno dove sorgerà l’orto. I microrganismi che si occuperanno di trasformare
il tutto in un’ottimo terriccio non possono lavorare in un ambiente troppo asciutto e, una volta che avrai coperto tutto,
sarà molto difficile far penetrare a fondo l’acqua. Il suolo coperto, in compenso, si asciugerà molto più lentamente fornendo un’importante riserva di umidità.
Il giorno dopo:
Durante la notte l’acqua avrà avuto modo di infiltrarsi nel suolo. A questo punto sfalcia a livello del terreno tutte le erbe presenti
senza rimuoverne le radici e lascia in loco lo sfalcio in modo da mantenere la materia organica presente.
L’alto contenuto di azoto farà da richiamo per il banchetto dei lombrichi e delle altre bestiole decompositrici
che faranno il resto del lavoro per te. A questo punto, se credi sia il caso, puoi aggiungere degli ammendanti… calce, cenere ecc.
Se il tuo terreno è molto duro o argilloso, potrebbe essere una buona idea, a questo punto, smuoverlo leggermente con una forca.
Senza rivoltare le zolle… pianta solo il forcone e solleva un po’. Niente di faticoso.
A questo punto stendi uno strato leggero di materiale ad alto contenuto di azoto (letame o, meglio, sfalcio fresco o scarti della cucina)
Bene, arrivato a questo punto, inizia il lavoro di “lasagnamento”.
Stendi i giornali o i cartoni su tutta la superficie da trasformare in orto sovrapponendoli di qualche centimetro
in modo da bloccare le possibili infestanti presenti nel terreno.
Se utilizzi carta di giornale dovrai stenderla mantenendo uno spessore di 1-2 di centimetri (che è il motivo per cui preferisco utilizzare i cartoni).
Mentre li stendi inzuppali abbondantemente di acqua. Hemenway avverte che è in questa fase che, se si lavora in gruppo,
scattano i problemi maggiori di gavettoni ed innaffiature selvagge trasformando un lavoro ben organizzato in un vero delirio…
per esperienza posso dire che è assolutamente vero, soprattutto se ad aiutarti sono due marmocchi di 4 e 9 anni… (sigh!)
Controlla sempre di aver coperto per bene tutta la superficie senza lasciare nessuno spazio tra un cartone e l’altro.

A questo punto stendi nuovamente uno strato di materiale azotato (vedi sopra).
Sopra questo stendi uno spesso strato di materiale secco (15 – 20 cm) di paglia, fogle secche o altro materiale che ti capita sotto mano.
Puoi non preoccuparti troppo di possibili semi di infestanti in questo strato in quanto, sopra,
verrà nuovamente messo uno strato di “barriera” che li farà marcire piuttosto che germinare.
Mentre stendi questi strati preoccupati di innaffiare di tanto in tanto in modo da tenere il tutto umido.
Sopra al tutto stendi uno strato di 3-4 cm di compost (se non dovessi averne abbastanza, puoi mischiare qullo che hai con della terra qualsiasi a portata di mano…)

Come tocco finale stendi sopra quest’ultimo strato un paio di centimetri di paglia o qualsiasi altro materiale secco privo di semi
(se hai l’occasione di mettere le mani su un biotrituratore, le ramaglie tritate sono il top).
Quest’ultimo strato, oltre a frenare le possibili “infestanti” darà anche il tocco finale di estetica
che permetterà di rendere il tutto gradevole alla vista evitandoti rimostranze fastidiose da parte di congiunti, parenti o vicini di casa.
Se realizzi l’orto adesso non credo che farai in tempo a seminare o trapiantare granch’è ma il prossimo anno avrai sicuramente il miglior orto possibile con meno fatica possibile.
Seminare su un lasagna garden non è molto facile soprattutto se i semi sono molto piccoli,
più facile fare i trapianti: sposta la pacciamatura superficiale, scava un buchetto, piazza la piantina, torna a goderti la birra all’ombra.
Alcune accortezze:
NON CALPESTARE MAI IL LASAGNA GARDEN
PACCIAMA; PACCIAMA; PACCIAMA (il lasagna garden diminuirà di volume con il passare del tempo,
tu continua ad aggiungere materiale vegetale sulla superficie e non dovrai mai scavare, zappare, concimare ecc… ecc…)
SE QUALCUNO TI CHIEDE CHI HAI SEPPELLITO IN GIARDINO RISPONDIGLI: “L’ultimo che mi ha fatto questa domanda”
Lo so… sono stato terribilmente prolisso e credo di aver abusato della tua pazienza… Nel caso ti chiedo scusa. Spero in ogni caso di averti dato uno spunto interessante.
omissis
Saluti
omissis
Grazie ancora Mr. *
A posteriori, sono passati 4 anni dall’originale di questo post, potrei pensare ad almeno altre 10 cose da fare.
Ma il Lasagna Garden rimane un’ottima opzione per piccoli orti soprattutto, se si dispone di un sacco di materia organica.

bollettino sett/ott

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