Convegno sullo stato delle acque in provincia di Verona

Con in contributo di docenti universitari, di tecnici e dirigenti degli enti incaricati del controllo delle acque, di magistrati e di rappresentanti delle associazioni ambientaliste veronesi, si cercherò di tracciare una strategia utile per migliorare lo studio e la raccolta dei dati e per intervenire efficacemente nei casi conclamati di deterioramento della qualità delle acque. .

L’acqua potabile, e cioè con caratteristiche organolettiche tali da renderla adatta all’uso umano, non è illimitata. Acqua pulita e biodiversità sono e devono restare beni comuni. Senza la tutela della biodiversità i costi della purificazione con i mezzi bio-tecnologici (depuratori, ecc.), diventeranno sempre più insostenibili per la comunità umana e anche per l’agricoltura, che hanno bisogno di acqua pulita.

Si evidenzia sempre più la necessità di riunire tutti gli elementi conoscitivi in una unica banca dati, con informazioni chiare e leggibili, a cui possano accedere tutti: tecnici, ricercatori, medici, ispettori e privati cittadini.

Data: sabato 1 febbraio 2014

Luogo: Sala ATER, Verona, piazza Pozza, di fronte alla basilica di San Zeno.

Interventi

Ore 9 – 9,15 – Rassegna dei casi di inquinamento nelle acque sia superficiali che profonde a Verona e Provincia – Lorenzo Albi, Presidente Legambiente Verona

Ore 9,15 – 9,30 – Modello idrogeologico del sottosuolo, con particolare riferimento a Verona e provincia – Mirco Meneghel, geografo e geologo dell’università di Padova

Ore 9,30 – 9,45 – Rapporto fra inquinamento e tutela della biodiversità – Maria Giovanna Braioni, biologa, prof. senior dello Studium patavinum, Università di Padova. Michele Dall’O’, PhD Modellistica Matematica dei Sistemi Ambientali.

Ore 9,45 – 10,00 – Il sistema di approvvigionamento provinciale, le variazioni nel tempo della qualità delle falde, i controlli dell’Ente Gestore, i punti di criticità – Mario Dal Grande – Acque Veronesi

Ore 10,00 – 10,15 – Incidenza dei fitofarmaci nell’inquinamento delle acque sia superficiali che profonde – ARPAV

Ore 10,15 – 10,30 – I problemi di salute pubblica, i punti di criticità e le proposte di miglioramento – Massimo Valsecchi, Direttore del Dipartimento di Prevenzione ULSS 20

Ore 10,30 – 10,45 – Sostenibilità tecnica, economica ed ambientale nel trattamento e gestione delle acque reflue – Francesco Fatone, PhD Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona

Ore 10,45 – 11.00 – Leggi e regolamenti: responsabilità degli amministratori, dei privati, regole per l’uso privato dei pozzi, ecc. – Maria Beatrice Zanotti, Procura della Repubblica di Verona

Ore 11.00 – Interventi programmati

ISDE – Sindaci – Associazioni

Ore 11,30 – Dibattito

Ore 12,00 – Risposte relatori

Ore 12,45 – Conclusioni

 

da Veramente.org, le impressioni di MicDallò:

Beh ieri si è svolto il convegno nella Sala Ater, affollata. Di seguito le mie impressioni. Il sunto è che la complessità ambientale ha diviso come ha solito in due la platea: da una parte (sparuta tra il pubblico, preponderante tra i relatori), chi è convinto che viviamo nel quasi migliore mondo possibile con la tecnoscienza che ci garantisce, nei confronti dell’acqua, quella chimera che è il controllo ambientale (attuato attraverso il costante monitoraggio). Dall’altra invece chi è convinto che viviamo sulle soglie di una catastrofe, con i peggiori tumori che si stanno insinuando ovunque; parte, questa, rappresentata in particolare scientificamente dai medici dell’ISDE (www.isde.it/). Curiose le argomentazioni del Dr Valsecchi (Direttore Dipartimento Prevenzione ULSS 20 Verona) secondo cui il regno acquedottistico è sicuro al cento per cento, mentre di tutto quello che è fuori non si fiderebbe nemmeno se lo pagassero. Siamo cioè alla dicotomia tra la selva oscura e il mondo civile, tra res extensa e res cogitans, cioè tra Res ambientale cognita e Res ambientale incognita. Che, in qualche caso, sembra volutamente incognita, perché, come candidamente ammettono la dottoressa Zuccaro dell’Arpav Verona e, confidenzialmente, altri rappresentanti Arpav, il Gliphosate (il pesticida più venduto al mondo)non viene cercato, perché non ci sono i schei per farlo. Siamo cioè arrivati al punto che indicheremo sulle carte, invece di HIC SUNT LEONES, Hic sunt TUMORES. Sono i medici dell’ISDE i cartografi del nuovo millennio, ma le loro argomentazioni sono purtroppo deboli. Sono deboli perché le correlazioni tra sostanze e tumori che vengono trovate in laboratorio non sono corroborate (validate) da indagini epidemiologiche a larga scala. E nel mondo dei database e della superinformatica di oggi, non ci vorrebbe niente per farle. Forse solo la volontà politica. “Fuma o non fuma”, viene chiesto al’ammalato di tumore odierno. Invece di chiedergli/le dove ha abitato e dove abita e quali lavori ha eseguito nella sua vita. L’Ingegner Fatone, nella sua titanica battaglia contro il Secondo Principio della Termodinamica (paradossalmente i Defensor Scientiae poi si divertono appunto a contrastarne i caposaldi), ci informa che sono centomila sostanze di sintesi in circolo. Nell’acqua cerchiamo gli inquinanti definiti negli anni 50, come COD e BOD; la determinazione analitica usata attualmente si ferma ai protocolli definiti negli anni 70. Non si sa niente o quasi degli inquinanti emergenti (vedi commento precedente, di Mario), ancora meno di dove finiscono le sostanze farmaceutiche che usiamo in massa, ancora ancora meno del destino di ormoni, antibiotici dati alla città equivalente (vacche, …) che ci piscia e caga in testa sui Lessini. Si sa che il dopato corre sempre più veloce dei laboratori che cercano di fermarlo. Ma qua siamo indietro di quarant’anni! Con sostanze che poi rimarranno in circolo per decine, centinaia e forse migliaia di anni … Stiamo giocando al piccolo stregone, ma nel fortino della Res ambientale cognita siamo tutti al sicuro. Ma … siamo sicuri? O gli Indiani sono alle porte? Ben il professor Meneghel comincia a dipanarci il mistero cartesiano: il ciclo dell’acqua abbraccia ogni cosa, ogni elemento che fa parte dell’Ambiente. Con effetti inattesi: il tecnico di acque Veronesi (Dal Grande) ci fa fa ad esempio vedere che parte dei pesticidi irrorati vengono volatilizzati. Qui io aggiungo che la pioggia li spazza via e come risultato ci troviamo ad esempio che gli anfibi della Sierra Nevada sono inquinati dai pesticidi irrorati a centinaia di chilometri di distanza. Con buona pace dei bravi agricoltori biologici, che comunque stimiamo.
E’ infine la professoressa Braioni a comporre il quadro: PERCHE’ L’ACQUA DEGLI ACQUEDOTTISTI SIA PULITA, deve essere pulita anche l’acqua della Res ambientale incognita. Cioè non bastano i filtri a carboni attivo di Acqueveronesi o di AGS. Serve un filtro DIFFUSO OVUNQUE, onnipresente e onnifunzionante: questo filtro, che ci garantisce l’acqua pulita senza chiedere nulla in cambio come Equitalia, è la BIODIVERSITA’. Come aveva ben visto Prigogine, si ricompone così la dicotomia. Perché Gaia è una, anche se assume una molteplicità di forme

 
 

LO STATO DELLE ACQUE SUL GARDA?

… Insomma le istituzioni puntano il dito sul collettore del Garda, sui cambiamenti climatici (okay), ma non una parola sulla maggiore fonte d’inquinamento che è rappresentata, purtroppo, dal sistema agricolo agrindustriale imperante che sembra essere il maggior responsabile dell’eutrofizzazione del nostro Benàco.

Andiamo a monte del problema, nell’entroterra gardesano, nel controllo degli affluenti che percorrono l’anfiteatro morenico, censendo risorgive, fossi, stagni, organizzando incontri pubblici che spieghino le buone pratiche agricole a tutta la popolazione, imprenditori, diretto coltivatori, contadini della domenica, ma anche giardinieri e semplici appassionati.

Si istituisca un corpo di polizia rurale, che monitori il comportamento degli Stakeholders, prima ancora di sedersi ad un tavolo con loro per redigere un contratto di lago che rischia di rimanere lettera morta.

Piccole ma significative azioni sul territorio possono essere più efficaci di qualsiasi convegno, tanto più se ci saranno ricercatori e politici capaci di accompagnarci passo-passo verso un cambiamento di cui non si può più fare a meno.

da AGRESTEMENTE

 
   

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