Svelato il tesoro nascosto di Berlusconi. I segreti del "CAVALIERE NERO" - Paolo Biondani, Carlo Porcedda

Finalmente le prove. Questo libro, grazie ai documenti originali e inediti alla base della condanna definitiva di Silvio Berlusconi per frode fiscale, svela dove è nascosta la gigantesca cassaforte di denaro nero del Cavaliere.
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l’intervista: Paolo Biondani, Carlo Porcedda

Quarta di copertina
del libro “Il Cavaliere nero”
(di Paolo Biondani,Carlo Porcedda)
DI COSA PARLA

UNA CACCIA AL TESORO LUNGA PIÙ DI VENT’ANNI. UNA STORIA CHE SEMBRA UN ROMANZO.
GRAZIE A UNA SERIE DI DOCUMENTI INCONTESTABILI, PUBBLICATI IN QUESTO LIBRO, OGGI CONOSCIAMO LA VERITÀ.
IL PATRIMONIO NERO DI SILVIO BERLUSCONI NON HA PIÙ SEGRETI.

Finalmente le prove. Questo libro, grazie ai documenti originali e inediti alla base della condanna definitiva di Silvio Berlusconi per frode fiscale,
svela dove è nascosta la gigantesca cassaforte di denaro nero del Cavaliere.
Quanti soldi contiene, come è stata creata, a cosa è servita.
I magistrati del processo Mediaset (sedici su sedici), in tutti i gradi di giudizio, scrivono che Berlusconi ha immagazzinato somme immense nei più impenetrabili paradisi fiscali.
Qui ci sono le prove del suo enorme patrimonio nero. I nomi delle società offshore che la sua Fininvest ha riempito per anni di fondi riservati.
I contatti con avvocati, affaristi e faccendieri che lo hanno aiutato a nascondere il tesoro.
Tutto scritto nei documenti, che vengono pubblicati per la prima volta.
Carte ufficiali e incontestabili, a partire dalle quali gli autori raccontano un’avventura incredibile, che si legge come un romanzo e che ha impegnato per anni magistrati e investigatori,
tra mille ostacoli, archivi che spariscono, testimoni corrotti, personaggi da film come, tra gli altri, l’intoccabile Frank Agrama.
Questa non è la storia di un evasore, è molto di più.
È il racconto finalmente definitivo di un sistema illegale che ha condizionato un intero paese e arricchito una sola famiglia, quella di Silvio Berlusconi.
Il finale è ancora una volta tutto suo: la più grande caccia al tesoro dell’ultimo ventennio l’ha stravinta lui. Il Cavaliere nero.

Paolo Biondani, giornalista, dal 1990 cronista giudiziario del “Corriere della Sera”, dal 2007 scrive per “l’Espresso”.
Con Mario Gerevini e Vittorio Malagutti ha pubblicato il libro CAPITALISMO DI RAPINA (Chiarelettere 2007).

Carlo Porcedda, giornalista. Dopo dodici anni da cronista politico all’Ansa, nel 2001 sceglie la libera professione firmando articoli per “D-la Repubblica”,
“El Mundo”, “il venerdì di Repubblica”, “l’Espresso”, “il Fatto Quotidiano”.

ESTRATTO DAL LIBRO “IL CAVALIERE NERO

(per gentile concessione di Chiarelettere)

Questo libro, grazie ai documenti originali che sono alla base della condanna definitiva, svela come è stata creata la sua gigantesca cassaforte di denaro nero,
a cosa è servita, dov’è nascosta. Silvio Berlusconi ha immagazzinato somme immense nei più impenetrabili paradisi fiscali,
in quegli stati e staterelli dove non esistono controlli di legalità né regole di trasparenza.
Qui ci sono le prove. Le cifre del suo enorme patrimonio nero. I contatti con avvocati, affaristi e faccendieri che lo hanno aiutato a nascondere il tesoro.
Le decine di società offshore che la sua Fininvest ha riempito per anni di fondi riservati.
Le testimonianze di chi ha seguito da vicino il nascere di quelle fortune sommerse.
È tutto scritto nelle carte, inedite, che vengono pubblicate per la prima volta nell’Appendice di questo libro.
Sono documenti ufficiali, autentici, incontestabili, che raccontano la storia della grande caccia che ha impegnato per vent’anni i magistrati e i loro migliori investigatori,
tra mille ostacoli e manovre difensive, archivi che spariscono, testimoni corrotti, leggi vergogna e continui attacchi alla giustizia.
Il processo Mediaset, che ha portato alla prima, storica condanna dell’imputato Berlusconi, è come un filo d’Arianna
che unisce tante vicende in apparenza isolate e scollegate, superate e rimosse.
È il filo che conduce fuori da un labirinto che si voleva senza uscita. La strada da seguire è disegnata da una traccia: quella lasciata dai soldi.
Nel regno di Berlusconi è il denaro che spiega tutto. Il successo negli affari. La nascita delle televisioni. L’ingresso in politica.
I continui guai giudiziari. La sua è una grande storia di denaro lecito e illecito.
Per capire cosa è successo veramente nelle nostre aule di giustizia negli ultimi vent’anni bisogna mettere da parte codici, cavilli, procedure, e concentrarsi sull’essenziale.
C’è un signore molto potente che nasconde all’estero montagne di denaro con cui fa quello che vuole, perché non l’ha mai dichiarato,
quindi non ci paga le tasse. Inchieste e processi, sentenze e ordinanze, sono le tappe della lunga e faticosa caccia al tesoro.
Disperso in mille rivoli finanziari, spostato nei paradisi fiscali di mezzo mondo per sfuggire alle indagini,
il patrimonio nero di Berlusconi è tuttora nascosto dove solo lui può arrivare. Nessuna autorità è mai riuscita a sequestrargli un solo centesimo.
Così, dopo vent’anni di proclami contro le presunte toghe rosse, il finale della storia è ancora una volta tutto suo: la più grande caccia al tesoro dell’ultimo ventennio l’ha stravinta lui.
Il Cavaliere nero.

Il Gruppo B: la Fininvest segreta – La lista «molto riservata» delle «società Fininvest del Gruppo B»,
sequestrata dalla polizia inglese, il 16 aprile 1996, nello studio dell’avvocato Mills.
Sono 28 offshore che il gruppo di Berlusconi aveva sempre definito estranee alla Fininvest.
In realtà, come ammette anche l’avvocato Mills già nel dicembre ’96, sono «società non ufficiali della stessa Fininvest»:
le casseforti estere che custodiscono il nero aziendale

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