D: sig. Finiguerra, benventuo in Struggles In Italy. si trova a suo agio per il fatto di venire ospitato in un sito “di lotta”?
D: attualmente è al secondo mandato da sindaco di Cassinetta di Lugagnano (MI), la cui giunta è nota per aver scelto di perseguire, in tema urbanistico, la “crescita zero”. posso descriverla come un ambientalista che (finalmente) ottiene un risultato tangibile, ovvero un regolamento amministrativo che interessa tutta una comunità?
D: ma anche scrittore, divulgatore… sceneggiatore ed attore. fa tutto parte di uno stesso progetto, come dire, politico? o è solo passione? oppure ancora, ed è proprio questo il punto, è la stessa cosa?
D: e poi, ovviamente, padrone di casa e co-fondatore di “salviamo il paesaggio”. chi sono gli altri leader, gli altri protagonisti? da dove provengono? In quale modo i vostri persorsi sono differenti, oppure, cosa vi accomuna?
D: esiste qualcuno, tra questi, che su altri fronti è definibile come avversario (non vogliamo necessariamente conoscerne i nomi, bensì renderci conto dell’entità e trasversalità del problema)?
D: intendendo sia dentro sia fuori le istituzioni, dove si trovano i migliori alleati della lotta? ce n’è qualcuno nel nuovo parlamento (la prego, mi dica di sì…)?
D: è facile immaginarla una lotta condotta da “professionisti del settore” (uno su tutti, mi corregga eventualmente, edoardo salzano) e quindi esclusivamente sul piano dei documenti, degli incartamenti, e della divulgazione tecnica riservata agli operatori. qualche sforzo divulgativo lo si è compiuto (per esempio attraverso i libri nei quali chiara sasso ha collaborato con luca mercalli – le mucche non mangiano cemento- e lei stesso – il suolo è dei nostri figli -. oppure ancora grazie a Settis, di recente uno dei candidati a presdente della repubblica -, e autore nel 2012 di "paesaggio, costituzione, cemento" e "Azione Popolare . Cittadini per iil Bene Comune"). invece, con la manifestazione nazionale a difesa del paesaggio, organizzata per il 21 aprile scorso in occasione della giornata mondiale della terra, si è scesi apertamente in strada. cosa è cambiato? perché, e fino a che punto si vuole / si deve cercare il coinvolgimento “popolare”?
D: quali ritiene che siano le esperienze, al di fuori dell’italia, a cui ispirarsi?
D: paesaggisticamente parlando, come descriverebbe il Belpaese ad uno straniero? e come tra 50 anni?