Everything we’ve won: they want it back (March 2011) | Tutto ciò che abbiamo vinto: lo rivogliono indietro (marzo 2011) |
anarchist health worker | Operatore sanitario anarchico |
I work in one of the support services within the Nottingham NHS Citihealth organisation. We provide community health services to the Nottingham area. We have heard the current government promise to ring fence frontline health spending, however the reality on the ground is somewhat different. Due to an ever increasing number of service users the very modest budget increases in the upcoming years do not allow us to maintain the current level of service provision. Frontline services have been cut despite political promises to the contrary. Recruitment including agency staff is frozen and retiring health are staff are not being replaced. Departments who can’t meet the required budget cuts through natural wastage are being forced to cut staff. Specialist commissioning staff are being replaced by a GPs buying up services. This has been tried before with disastrous results and was quickly abandoned. GPs are up in arms over having to provide a service they have no experience in and no time to administer. It’s almost certain that commissioning will be subcontracted en masse to eagerly waiting private consultancy firms. Also quality control and auditing of services are in the process of being replaced by, what at this stage, appears to be a code of voluntary self policing. In our workplace, Ingeus, a private sector employment services company (who are also currently expressing an interest in the ‘work for your benefits’ workfare pilot in Manchester), have been brought in to try and arbitrarily reduce sickness and absence rates that are already well below the NHS average. All those earning over £21,000 a year will have a pay freeze, while all those earning less than this will get a mere £250 a year increase. For me this works out at a 1.5% rise in earnings this year, with the RPI inflation index running at 5.1% currently, this is a real terms pay cut for every single person who works here for the next two years. Workers lucky enough to have a final salary pension scheme will also be affected as payouts are calculated at a percentage of the average of the last 3 years wages. People I speak to at work are extremely worried about the future; the constant reforming of the organisation over the past decade has left morale, even in management’s words “extremely low”. Many people have felt that there is absolutely no security in the health sector even before the current crisis that is certainly well founded with the government having put aside a pot of £2 billion for upcoming redundancies this year. To add to this the 3,000 staff employed by the trust are also currently in the process of a Labour introduced initiative called ‘Transforming Community Services’. This initiative aims to finally separate commissioning from provision in the trust. What this boils down to is the organisation being a tiny core of public sector workers who purchase services from whichever private, social enterprise or charity choose to tender for the service. Very often this is the cheapest bidder. The NHS is in the process of becoming little more than a brand, one that hides the fact that sometimes you are being treated by a private company. This is a model you can expect the government to try and replicate across many services, indeed Suffolk County Council are looking to do this to every last one of their services to slash costs. Though not fully clear what the implications of this development are at this stage, what we are likely to see is deterioration in the quality of services, as companies seeking to cut corners in order to make profit become more and more a reality in the healthcare sector. This is also part of the race to the bottom in wages as we are all forced to compete with each other to be the cheapest and work the hardest in order to keep our jobs. |
Lavoro in uno dei servizi di supporto all’interno dell’organizzazione Nottingham NHS Citihealth. Forniamo servizi di assistenza sanitaria nell’area di Nottingham. Abbiamo sentito della recente promessa del governo di arginare la spesa sanitaria, tuttavia la realtà sul campo è qualcosa di differente. A causa del numero sempre crescente di utenti dei servizi, gli aumenti molto modesti di budget previsti nei prossimi anni non ci permettono di mantenere l’attuale livello di fornitura di servizio. I servizi primari sono stati tagliati, nonostante le promesse politiche del contrario. Le assunzioni, incluse quelle del personale d’agenzia, sono congelate e gli operatori sanitari che vanno in pensione non vengono sostituiti. I dipartimenti che non riescono a soddisfare i tagli di bilancio richiesti attraverso l’eliminazione degli sprechi sono costretti a tagliare sul personale. Il personale specializzato nei collaudi è stato rimpiazzato con l’accumulo dei servizi sulle spalle dei medici di famiglia. Questa operazione era già stata tentata nel passato ma aveva portato a risultati disastrosi ed era stata abbandonata. I medici di famiglia sono in rivolta perché dovrebbero fornire un servizio per il quale non hanno esperienza nè tempo per la sua gestione. E’ quasi certo che il collaudo sarà subappaltato in massa a società di consulenza private, già in trepidante attesa. Anche il controllo qualità e la revisione dei servizi sono in procinto di essere rimpiazzati da quello che, in questo momento, sembra essere un codice di autoregolamentazione volontaria. Nel nostro posto di lavoro, Ingeus, una società di servizi per l’impiego nel settore privato (che sta attualmente manifestando interesse nel workfare pilota “lavoro per il tuo interesse” a Manchester), è stata introdotta per cercare di ridurre arbitrariamente i tassi di malattia e di assenza che sono già ben al di sotto della media NHS. Tutti coloro che guadagnano più di 21.000 £ l’anno avranno un congelamento della paga, mentre tutti coloro che guadagnano meno otterranno un mero aumento di 250 £ l’anno. Per me questo si configura in un aumento del 1,5% nei guadagni di quest’anno: con l’indice dell’inflazione RPI che corre attualmente al 5,1% questo in termini reali è un taglio dello stipendio per ogni singola persona che lavorerà qui per i prossimi 2 anni. Anche i lavoratori fortunati abbastanza da avere un regime pensionistico fondato sul principio dell’adeguamento della pensione al livello dell’ultimo salario percepito saranno colpiti dal momento che i versamenti sono calcolati con una percentuale della media dei salari degli ultimi 3 anni. Le persone con cui ho parlato al lavoro sono estremamente preoccupate per il futuro; la riforma costante dell’organizzazione nell’ultimo decennio ha lasciato il morale, anche secondo le parole dell’amministrazione, “estremamente basso”. Molte persone hanno percepito che non c’è assolutamente alcuna sicurezza nel settore sanitario anche prima della crisi attuale che è certamente ben fondata, con il governo che ha messo da parte 2 miliardi di sterline con i prossimi licenziamenti di quest’anno. In aggiunta a questo, 3000 impiegati dell’azienda stanno attualmente per essere inseriti in un programma introdotto dal partito laburista “Transforming Community Services”. Questo programma mira a separare definitivamente l’assemblaggio dalle forniture nell’azienda. Questo si riduce al fatto che l’organizzazione diventa un piccolo nucleo di lavoratori del settore pubblico che comprano servizi da qualsiasi privato, impresa privata o di carità da scegliere in una gara d’appalto per il servizio. Molto spesso questo è l’offerente più economico. L’NHS sta per diventare poco più di un marchio, uno che nasconda il fatto che a volte si viene curati da una società privata. Questo è un modello che ci si può aspettare che il governo provi e replichi in molti altri servizi, infatti il Consiglio di Contea del Suffolk sta cercando di attuarlo per ogni suo servizio per abbattere i costi. Benché non sia del tutto chiaro quali siano le implicazioni di questo sviluppo in questa fase, quello che ci si aspetta di vedere è il deterioramento della qualità dei servizi, perché il fatto che le aziende facciano tagli per fare profitto diventa sempre più una realtà nel settore della sanità. Questo fa anche parte della corsa al ribasso nei salari, dal momento che siamo tutti costretti a competere l’un l’altro per essere i più economici e per lavorare più duramente degli altri, per mantenere il nostro posto di lavoro. |
anarchist support worker | Operatore sociale anarchico |
I work as a support worker for a private company that provides social care for people in Sheffield for people with learning disabilities and mental health issues. The company I work operates across the city. According to government officials, cuts to public spending will not harm front line services, workers, or service users. The reality of the situation is that working conditions are getting worse, day services are closing down, and those paying for the support services are being excluded from any of the decisions relating to care they supposedly direct and influence. The Sheffield city council budget has been slashed by 8.35% for next year, and this has amounted to a huge cut to front line care. What this has amounted to on the ground is a huge reduction in staffing levels, pushing local unemployment even higher. Those left in the job are left with the unenviable task of filling in the gaps, which means being over worked, and stressed. Many care workers, some with over 20 years experience, are finding it too stressful to carry on, and are walking away from the job, meaning that the most qualified staff in the company are leaving, while new employees, who often aren’t given a decent (and legally required) level of training before they are left to work with clients. This is dangerous to both clients, who often have serious health issues, and to workers, who are not given help to do the job safely (some clients have histories of challenging behaviour, violence etc). The company I work for claims to be not-for-profit, this tends to give people the impression that the company operates with some kind of ethical policy. The reality is that instead of money being invested in desperately needed equipment for staff (such as computers that are less than a decade old) instead money has been spent on redecorating the offices of the executive managers and the reception area of the company (in order to make it ‘look more professional’ – the appearance of good care being more easily achieved than the practice of good care). The company has also engaged in the bizarre tactic of employing agency staff to work as short term “bank work ers” in order to plug the gaps created by the redundancies they have introduced. This means that for every worker the company gets from an agency they are paying for two (agencies charge ‘service rates’ which are roughly the same as the employees wages). Essentially this means that the company is firing experienced and dedicated workers to employ untrained and short term agency workers, while paying double the cost for the privilege. The reasons behind this plan seem fairly obvious. Agency workers are in a precarious position, and if they complain about being over worked, and under paid then they can be fired with no notice, whereas an employee cannot. The changes that management want to bring in over the next few months require a work force that does not feel secure, and able to resist the exploitation that is happening. |
Lavoro come operatore sociale per una compagnia privata di Sheffield che fornisce assistenza sociale alle persone con deficit di apprendimento e disturbi mentali. La compagnia per la quale lavoro copre tutta l’area cittadina. Secondo i funzionari governativi i tagli alla spesa pubblica non toccheranno i servizi primari, i lavoratori e gli utenti del servizio. La realtà della situazione è invece quella di condizioni di lavoro in costante peggioramento, i servizi diurni stanno chiudendo e coloro che pagano per i servizi di assistenza stanno venendo esclusi da qualsiasi decisione relativa all’assistenza, per le quali invece si suppone che siano loro stessi a dirigere ed influenzare. I fondi del consiglio comunale di Sheffield sono stati tagliati dell’8.35% per il prossimo anno, e questo ha portato ad un forte taglio dell’assistenza primaria. Quello che ha portato sul campo è una forte riduzione nei livelli del personale, spingendo la disoccupazione locale ancora più in alto. Queste perdite nel lavoro sono perdite accompagnate dal non invidiabile compito di colmare i buchi, che significa essere costretti agli straordinari ed allo stress. Molti lavoratori del sociale, alcuni con oltre 20 anni di esperienza, stanno trovando tutto ciò troppo stressante da sopportare, e si stanno allontanando dal lavoro, significando una perdita, all’interno della compagnia, degli operatori più qualificati, mentre ai nuovi spesso non viene fornita un’adeguata (e prevista dalla legge) formazione prima di essere mandati a lavorare a contatto con i clienti. Tutto questo è pericoloso sia per i clienti, che spesso hanno seri problemi di salute, sia per i lavoratori stessi, che non vengono certo aiutati a svolgere il loro lavoro in sicurezza (alcuni clienti hanno storie di comportamento difficile, violenza, etc). La compagnia per la quale lavoro si dichiara no-profit, dando alla gente l’impressione che operi seguendo qualche tipo di principio etico. La realtà è che invece di investire nelle attrezzature disperatamente necessarie ai lavoratori (tipo computer che abbiano meno di dieci anni), i soldi sono andati alle decorazioni degli uffici dei managers esecutivi e della reception della compagnia (in modo da renderli “più professionali” – l’apparenza di una buona assistenza è più facile da raggiungere che la pratica di buona assistenza). La compagnia ha anche intrapreso la strana tattica di assumere lavoratori di agenzie esterne a tempo determinato per riempire i vuoti creati dai tagli che essa stessa ha applicato sul personale. Questo significa che per ogni lavoratore che la compagnia prende da un’agenzia, lo paga per due (l’agenzia applica “tassi di servizio” che sono pressapoco uguali al salario di un impiegato). Questo significa essenzialmente che la compagnia sta licenziando lavoratori di provata esperienza e dedizione per impiegare personale di agenzia non qualificato ed a breve termine, mentre paga il doppio per il privilegio. Le ragioni dietro questo piano sembrano ragionevolmente ovvie. I lavoratori delle agenzie sono in una posizione precaria, e se si lamentassero per il troppo lavoro, oppure per essere sottopagati verrebbero licenziati senza clamore, cosa che non succerebbe se si trattasse di un impiegato. Il cambiamento che il management vuole far passare negli ultimi mesi necessita di una forza lavoro che non si senta sicura e incapace di resistere allo sfruttamento che è in atto. |
anarchist student | studente anarchico |
Mark is a third year Biology student studying at Sheffield University and a member of the Anarchist Federation. He is one among many students currently occupying the Hicks Building on Sheffield University campus. The views expressed in the interview should be considered his alone and not that of the occupation’s general assembly. Why are you occupying the Hicks building today? We are occupying for a variety of reasons but generally around the common purpose of being against the cuts in this university, to other universities and to education in general. Particularly we want to demonstrate against the proposed rise in tuition fees and the ongoing privatisation of higher education. However, we are also tying our actions to a wider struggle against austerity measures and cuts. So our occupation is about more than just education cuts but this is currently our primary focus. Why should the occupation be supported? Because the tactic of occupation, as opposed to lobbying or simply asking political representatives to make changes for us, is a tactic that has been historically successful. Clegg and his broken promise to scrap tuition fees is just one example, among many, that politicians cannot be trusted to make decisions for us. Direct action puts a lot more pressure on university management and by extension government ministers to act. Aside from the past success of these kinds of tactics what we are fighting for is essentially access to education for everybody regardless of income. We also recognise that there is a much wider struggle beyond simply what is happening to education right now. We need to extend these tactics into all of these areas where we are currently under attack. This is a fight that all of us should be taking on and working in solidarity with each other. What do you make of Aaron Porter’s recent comments that the students are “aligning themselves with the anarchists”? Firstly I think it is worth pointing out that he is mistaken in the sense that he is probably largely referring to many students who aren’t, or have little knowledge of, anarchists. The only sense in which students are “aligning with anarchists” is the fact that anarchist principles are in line with the type of actions that students are currently taking – direct action, assembly democracy, non-hierarchy and the rejection of representatives. People, students in particular, are coming to the realisation that simply asking politicians to do something doesn’t work. The result is that they are starting to take matters into their own hands, collectively and at a grassroots level. Anarchist education workers and students are very much a part of these struggles but certainly a minority within them. The tactics – of self-management, non-hierarchy and direct action – have been adopted in many places quite spontaneously. This is, of course, far more preferable to us! It’s ultimately what we want – not a struggle controlled or led by anarchists, but one that shares our goals, tactics and principles. |
Mark è uno studente al terzo anno di Biologia all’Università di Sheffield e membro della Federazione Anarchica. È uno dei molti studenti che stanno occupando l’edificio Hicks nel campus della Sheffield University. La visione delle cose data in questa intervista è da considerare imputabile esclusivamente a Mark e non attribuibile all’assemblea generale dell’occupazione. Perché stai occupando l’edificio Hicks oggi? Noi stiamo occupando per svariate ragioni ma in generale intorno alla posizione comune contro i tagli in questa università, alle altre e all’educazione in questo Paese in generale. In particolare vogliamo manifestare contro la proposta di aumento delle tasse universitarie e la crescente privatizzazione dell’alta formazione. Tuttavia, stiamo anche legando la nostra azione alla lotta contro le misure di austerità e i tagli in generale. Quindi l’occupazione non è solo contro i tagli all’università, anche se questo rimane il focus principale. Perché si dovrebbe supportare l’occupazione? Perché la tattica dell’occupazione, in confronto alla pratica del lobbying o della semplice richiesta che i rappresentanti politici operino dei cambiamenti per noi, è una tattica che è stata storicamente vincente. Clegg e la sua falsa promessa di tagliare le tasse universitarie è solo un esempio tra i tanti che non possiamo confidare nel fatto che i politici prendano decisioni per noi. L’azione diretta mette molta più pressione sul management universitario e, per estensione, sui ministri del governo per spingerli ad agire. Oltre ai recenti successi di questi tipi di tattiche, quello per cui stiamo lottando è essenzialmente l’accesso all’educazione per tutti, senza requisiti di reddito. Noi riconosciamo anche che è in atto una battaglia più larga dietro quello che sta succedendo oggi nell’educazione. Dobbiamo estendere queste tattiche in tutte le aree nelle quali ci troviamo oggi sotto attacco. Questa è una lotta che tutti noi dobbiamo assumere e per cui dobbiamo lavorare in solidarietà l’uno con l’altro. Che cosa mi puoi dire del recente commento di Aaron Porter secondo cui “gli studenti si stanno allineando con gli anarchici”? In primo luogo penso che valga la pena sottolineare che si sbaglia, nel senso che probabilmente si riferisce ad una larga parte di studenti che non sono, o hanno scarsissima conoscenza degli, anarchici. L’unico senso nel quale gli studenti “si stanno allineando con gli anarchici” sta nel fatto che i principi anarchici sono in linea con il tipo di azioni che gli studenti stanno effettuando – azione diretta, assemblee democratiche, non gerarchiche et rifiuto dei rappresentanti. La gente, e gli studenti in particolare, stanno realizzando che semplicemente chiedere ai politici di fare qualcosa non funziona. Il risultato è che stanno cominciando a prendere la situazione nelle loro mani, collettivamente e dal basso. I lavoratori dell’educazione e gli studenti anarchici sono parte di queste lotte, ma certamente una minoranza. Le tattiche – di auto-organizzazione, non-gerarchiche e di azione diretta – sono state adottate in molti luoghi abbastanza spontaneamente. Questo è, naturalmente, per noi molto più preferibile. È, alla fine, esattamente ciò che vogliamo – non una lotta controllata o guidata dagli anarchici, ma una lotta in cui si condividono i nostri obiettivi, tattiche e principi. |
everything we’ve won: they want it back | Tutto quello che abbiamo vinto: lo rivogliono indietro |
The accompanying three statements by Anarchist Federation workers and students set out how we are experiencing threats to provision and conditions in education, in the NHS and in support for independent living. These are sectors in which many anarchists are involved and we imagine that these stories will resonate with your experiences. Here, we discuss how anarchists understand what is taking place more generally and in the context in which the March 26th TUC demonstration takes place: the attempt by British workers to rise above decades of repression under the Tories and New Labour and fighting the cuts! |
I precedenti tre resoconti donati da lavoratori e studenti appartenenti alla Federazione Anarchica illustrano il modo in cui noi stiamo vivendo le minacce ai servizi e alle condizioni nell’educazione, nel Servizio Sanitario Nazionale e nel supporto a una vita d’indipendenza. Questi sono settori nei quali molti anarchici si trovano coinvolti e immaginiamo che queste storie possano riflettere anche le vostre esperienze. Stiamo discutendo qui di come gli anarchici interpretano ciò che sta accadendo in generale e nel contesto in cui avrà luogo la manifestazione del 26 Marzo della Confederazione dei Sindacati Britannici: il tentativo dei lavoratori britannici di superare decenni di repressione sotto i governi dei Tories e del New Labour e combattere contro i tagli! |
How anarchists understand the cuts: Anarchists understand the cuts not as a failure of Capitalism, or as Capitalism having gone too far, but as one logical outcome of a profit-driven economy, because of the nature of the class system it creates. It has created a class of people who ripped us off to get where they are, and they are now rubbing our faces in it, supported by a state which exists essentially to protect their interests. The cuts are therefore a calculated ideological attack on the working class at the point where the ruling class otherwise faces financial crisis. They are not a necessity for society as a whole. Because of this, it is pointless to appeal to the state to cease the attack and stop bailing out the bankers instead of punishing us. Why anarchists organise against the cuts: Our immediate aim is exactly the same as everyone’s: to stop this attack on our economic well-being. As we see it, what little we have as a class, we have won through struggle in previous generations. Now the state is strong enough to take it back again. So anarchists are part of the working class as it defends what it has. But anarchists don’t argue for a benevolent state, for state-ownership of industry and services. This is where we differ from the trades union leadership and most of the Left. We think we need to go further as a class, to achieve political freedom as well as economic equality. So whilst we are defending what we have, we are also attacking the state, threatening its legitimacy and suggesting to people that we would be better off without it. Under Thatcherism, as under repressive and uncaring regimes elsewhere and before it, the working class had to look after itself. It established voluntarily what it needed when things got really tough, out of mutual solidarity. So, in the 1980s, strike support groups were set up which made major industrial disputes sustainable. In areas of high unemployment, claimants unions emerged. Where racial minorities were marginalised in inner city ghettos, people gave their time freely to save their youth from self-destruction. In places where women experienced violence, rape crisis centres and refuges were set up. We did these things because no one did it for us. The re-election of Labour initially brought state funding for some of these projects and their workers got qualifications and wages – not a bad thing in itself. But New Labour started eroding the autonomy of radical projects. Grants were cut but Lottery funding – the great sop – was denied to ‘political’ projects. And what remains of the professionalised voluntary sector is now being demolished by the ConDems. So this is about us, starting again from scratch, yet again, and with nothing. That’s why anarchists don’t trust state provision: what it gives with one hand, it can take back with the other. That is why we don’t see a contradiction between defending state provision and opposing the state. We all have short-term needs and have to fight to get them met however we can. The process of fighting gives us strength and confidence but also reminds us that all we have is one another. Let’s make the most we can of that fact. |
Come gli anarchici interpretano i tagli: Gli anarchici vedono i tagli non come un fallimento del Capitalismo o il fatto che si sia spinto troppo oltre, ma come esito logico di un’economia orientata al profitto, a causa della natura del sistema di classe che l’ha creata. Esso ha creato una classe di persone che ci ha tagliato fuori per ottenere quello che ha, e questi ora ci stanno spingendo con tutta la faccia dentro, supportati da uno stato che esiste essenzialmente per proteggere i loro interessi. I tagli sono quindi un attacco ideologico calcolato contro la classe operaia nel momento in cui la classe dirigente sta affrontando la crisi finanziaria. Non sono una necessità per la società nel suo complesso. A causa di questo, è inutile fare appello allo Stato per cessare l’attacco e smettere di salvare i banchieri invece di punire noi. Perché gli anarchici si organizzano contro i tagli: Il nostro obiettivo immediato e lo stesso di chiunque: fermare questo attacco contro il nostro benessere economico. Per come la vediamo, quel poco che abbiamo come classe, lo abbiamo ottenuto attraverso le lotte delle generazioni precedenti. Ora lo stato è abbastanza forte per riprenderselo. Gli anarchici sono parte della classe lavoratrice quando difende quello che ha. Ma gli anarchici non argomentano a favore di uno stato benevolo, per la proprietà statale dell’industria e dei servizi. Qui è dove ci differenziamo dalla leadership sindacale e dalla maggior parte della sinistra. Noi pensiamo di aver bisogno di andare oltre come classe, per ottenere la libertà politica e l’uguaglianza economica. Così, nel difendere quello che abbiamo, stiamo anche attaccando lo Stato, minacciando la sua legittimità e suggerendo alla gente che staremmo meglio senza di esso. Nel periodo della Tatcher, così come sotto i regimi repressivi altrove e prima di esso, la classe lavoratrice doveva prendersi cura di se stessa da sola. Stabiliva volontariamente ciò di cui aveva bisogno quando le cose si facevano davvero dure, al di fuori di qualsiasi mutua solidarietà. Così, negli anni ‘80, furono istituiti gruppi di supporto agli scioperi che resero sostenibili le dispute con i maggiori industriali. Nelle aree ad alta disoccupazione emersero sindacati di richiedenti aiuto. Dove le minoranze razziali venivano confinate dei ghetti delle inner city, le persone donavano il proprio tempo gratuitamente per salvare i loro figli dall’auto-distruzione. Nei posti in cui le donne facevano esperienza della violenza, vennero istituiti centri di sostegno e rifugio per le donne stuprate. Abbiamo fatto queste cose perché nessun altro le ha fatte per noi. La ri-elezione del Labour, inizialmente, portò alcuni finanziamenti statali a questi progetti e i lavoratori acquisirono qualificazione e salario – non una cattiva cosa in sé stessa. Ma il New Labour cominciò ad erodere l’autonomia dei progetti più radicali. Le sovvenzioni furono tagliate ma gli introiti della Lotteria – il grande “tesoretto” – fu negato per i progetti “politici”. E ciò che rimane del settore dei volontari professionisti sta venendo ora demolito dai ConDems (Conservatori Democratici, ndc). Quindi riguarda solo noi, cominciare ancora a graffiare, ancora una volta, e dal niente. Ecco perché gli anarchici non credono nelle provvigioni statali: quello che danno con una mano, possono riprenderselo con l’altra. Ecco perché non vediamo alcuna contraddizione tra il difendere le disposizioni statali e opporsi allo stato. Noi tutti abbiamo bisogni a breve termine e dobbiamo combattere per farli incontrare come possiamo. Il processo della lotta ci dona forza e fiducia ma ci ricorda anche ch tutto quello che abbiamo è altro. Traiamo da questo il più possibile. |
Why we don’t think the TUC can help us in this fight: The unions are not prepared to stand up to the state but only to tip-toe round the law. They won’t risk huge fines by calling for effective action, such as mass or secondary picketing or a general strike. It is no wonder that the majority of new workers – with the worst pay and conditions – are too afraid to unionise, and that traditional unions are unable to bridge the divide between ‘worker’ and ‘unemployed’. These unions mostly exist to support one section of the working class at the expense of another. Even in this, they are at present so weak that they can’t do much more than negotiate ‘fairer’ redundancy packages for their members, and settle for below-the-cost-of-living pay increases. In desperation, several major unions are trying to ‘win the argument’ with the state about why it doesn’t need to make the cuts. In this, too much emphasis is being placed on the demand that the super-rich pay their taxes. This all assumes that the ruling class feels accountable to us. How much more evidence do we need that this is not true? How we should fight the cuts: In short, we need to fight the cuts with immediacy! This is not a practice run or a time to make threats that we can’t back up with action. The state will only make concessions if we threaten its power, to the extent that when capitalists and their tame politicians looks at events in the Arab world, they start to think about what can happen when a people sees its state as illegitimate. We have to make them sweat! We are already seeing an increase in civil unrest and a shift from reformism to radicalisation in Britain. This will only increase as people’s material circumstances decline. We have to turn despair and isolation into power and collective action, to create a mass movement of resistance together. |
Perché non pensiamo che la Confederazione dei Sindacati possa aiutarci in questa lotta: i Sindacati non sono pronti a resistere allo Stato ma solo a danzare in punta di piedi intorno alla legge. Non vogliono rischiare multe enormi chiamando ad un’azione effettiva, come il piacchettaggio di massa (compresi gli ingressi secondari) o lo sciopero generale. Non c’è da meravigliarsi se la maggioranza dei nuovi lavoratori – con paga peggiore e peggiori condizioni di lavoro – è troppo spaventata per sindacalizzarsi, e non c’è da meravigliarsi che i sindacati tradizionali siano incapaci di colmare la divisione tra “lavoratori” e “disoccupati”. Questi sindacati esistono principalmente per supportare una sezione della classe lavoratrice a scapito di un’altra. Perfino in questo, oggi, sono così deboli che non riesco a fare altro che negoziare pacchetti di benefit “più equi” per i loro membri e accontentarsi di aumenti salariali al di sotto del costo della vita. Ormai disperati, diversi sindacati maggiori stanno cercando di “vincere la discussione” con lo Stato attraverso un argomentazione che insiste sul perché lo Stato stesso non abbia bisogno di operare i tagli. Qui, troppa enfasi viene messa sulla richiesta che i super-ricchi paghino le loro tasse. Tutto questo presuppone che la classe dominante si senta responsabile nei nostri confronti. Cos’altro ci serve per capire che questo non è vero? Come possiamo combattere i tagli: in breve, abbiamo bisogno di combattere i tagli immediatamente! Questa non è una corsa di riscaldamento o l’occasione di fare minacce che non potremo mantenere attraverso l’azione. Lo Stato farà delle concessioni solo se riusciamo a minacciare il suo potere, in modo tale che quando i capitalisti e i loro politici addomesticati guardano agli eventi nel mondo Arabo comincino a pensare a quello che potrebbe succedere quando un popolo vede il proprio Stato come illegittimo. Dobbiamo farli sudare di paura. Stiamo già vedendo un aumento dei disordini civili e un passaggio in atto dal riformismo alla radicalizzazione in Gran Bretagna. Questo potrà crescere ancora solo quando le condizioni materiali della gente peggioreranno. Dobbiamo trasformare la disperazione e l’isolamento in potere ed azione collettiva, per creare un movimento di massa per resistere insieme. |
We should be: o Forming General Assemblies on the basis of neighbourhoods, communities, universities, industries and so on. The point is that they cut across divisions like worker/non-worker, student/administrative staff/lecturer. They need to elect instantly recallable delegates to co-ordinate with other assemblies, so that vested interests can’t take hold and power can’t corrupt, and no one can get lazy or sell out. This is the best way to co-ordinate between university and factory occupations, town hall invasions, community-run support groups and so on. o Using such assemblies to organise for a General Social Strike. The TUC isn’t even able to organise a symbolic one-day general workers’ strike, and with weak ineffectual unions and poor job security, workers can’t risk going it alone. So let’s have massive civil disorder on the part of people who can take action: walk-outs of schools and colleges and massive occupations of our city centres; creative use of facilities like libraries, parks, leisure centres to show workers there that we are behind them; economic blockades e.g. of fuel depos where the workers can’t get away with picketing, and so on. o Building alternatives to reliance on the state for everything. Again, general assemblies can provide a structure for this. But we can’t replace the state as though it will simply collapse through under-use. We can’t by-pass it by creating islands of autonomy: it will fight back. We can’t pretend that we can manage just fine without it economically either. This is not Cameron’s ‘Big Society’: it is the working class fighting for its life. These alternatives must have revolutionary ideas at their heart and must organise against the state as well as outside it. What do you think? Talk to us and talk to your anti-cuts comrades and let’s start piling the pressure on. Read more from the list of organisations/papers and websites below. If it isn’t time for radical change now, when will it be time? Visit: afed.org.uk & afed.org.uk/blog.html and read our papers Organise! and Resistance. See also Catalyst, Freedom and Black Flag – the best papers by other class-struggle anarchists. |
Noi dobbiamo: o Formare delle Assemblee Generali sulla base del vicinato, delle comunità, delle università, delle industrie e così via. Il punto di forza è che queste assemblee tagliano le divisioni come lavoratore/non lavoratore, studente/amministrativo, personale/docenti. Esse hanno bisogno di eleggere istantaneamente dei delagati richiamabili in qualsiasi momento per coordinarsi con le altre assemblee, in modo che gli interessi acquisiti non possano attecchire e il potere non possa corrompere, e nessuno possa impigrirsi o vendersi. Questo è il miglior modo di coordinare tra università e fabbriche azioni quali le occupazioni, le invasioni dei municipi, gruppi di sostegno guidati dalla comunità e così via. o Usare queste assemblee per organizzare uno Sciopero Generale Sociale. I Sindacati confederali non sono neanche capaci di organizzare una simbolica giornata si sciopero generale dei lavoratori, e con l’inefficacia dei sindacati e la debola sicurezza del lavoro, i lavoratori non possono rischiare di farlo da soli. Quindi creare un massiccio disordine civile da parte delle persone che possono agire: fuoriuscite dalle scuole e dalle università per massicce occupazioni dei nostri centri cittadini; uso creativo di strutture come librerie, parchi, parchi-divertimento, per mostrare ai lavoratori là siamo con loro; blocchi economici ad esempio dei depositi di carburante che i lavoratori non possono ottenere con il picchettaggio, e così via. o Costruire alternative alla dipendenza totale dalla Stato. Ancora, le assemblee generali possono provvedere da struttura per questo. Ma non possiamo rimpiazzare lo Stato come se si limitasse semplicemente a collassare per il poco utilizzo. Non possiamo bypassarlo creando isole di autonomia: ci combatterà di nuovo. Non possiamo pretendere di poter noi gestire bene, anche economicamente, senza di esso. Questa non è la “Big Society” di Cameron: questa è la lotta della classe lavoratrice per la propria esistenza. Queste alternative devono portare con loro idee rivoluzionarie e devono sapersi organizzare contro lo Stato cosi come al di fuori di esso. Cosa pensi? Diccelo e parlane con i tuoi compagni delle lotte anti-tagli e cominciamo ad innalzare la pressione. Puoi trovare molti altri spunti leggendo la lista delle organizzazioni, dei giornali e dei siti internet qui sotto. Se non è ora il tempo di un cambiamento radicale, quando lo sarà? Visita: afed.org.uk & afed.org.uk/blog.html e leggi i nostri giornali Organise e Resistance. Guarda anche Catalyst, Freedom e Black Flag, i migliori giornali degli anarchici per la lotta di classe. |