Collaboration scientific papers

This page collects papers and links about collaboration in scientifi pubblishing

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h4. Collaboration: Group theory
Questo articolo è un po riassuntivo dello stato dell’arte riguardo a collaborazione e interdisciplinareità nella pubblicazione di rticoli scientifici.
Parte dll’assunto che la collaborazione è una caratteristica della scienza a partire dagli anni 50, che lentamente e grazie anche alla facilitazione della rete sta evolvendo da collaborazioni di corridoio a ricerche internazionali e interistituzionali. increased dominance of team work.
Quello che invece rimane più interessante è lo studio riguaardante la crescente interdisciplinareità della ricerca scientifica. vengono citati differenti articoli numerici che mostrano:

  • il forte impatto di articoli multidisciplinari e altrettanto il rischio di queste collaborazioni.
  • il meccanismo che favorisce (in fatto di citazioni) gli articoli che per primi collegano campi disciplinari distanti.
  • l’esistenza di fattori ottimali di turn over nei gruppi di ricerca

d esempio si potrebbe fre questo:

  • Scegliere delle distanze tra le varie discipline scientifiche e associare a ciascun tag una distanza relativa dagl altri, (ad esmpio con l’articolo 2),
    a seguire, per ciascun articolo, integrare la distanza totale tra i tag presenti nello stesso (scegliendo una metrica efficace) e associare un certo binning.
    Verificare poi se per differenti classi di articoli (differenti binning) vi sono differenti curve di distribuzione d’rdine (#N vs n_citazioni)
  • Verificare l’evoluzione temporale delle distanze tra i tag per evidenziare la nascita di nuove discipline
  • 2 backbone of sciences
    In questo paper gli autori (nel 2000) cercano di crere una mappa della conoscenza i cui vertici 7.000 giornali che spaziano i campi del sapere; misurando la similarità con differenti algoritmi e scegliendo poi quello che ha piu coerenza con dati già noti

Alessandro

Papers

Questo studio racchiude più o meno tutte le idee che abbiamo formulato riguardo l’impatto sulla ricerca in gruppo e l’eterogeneità dei gruppi stessi. La cosa interessante di questo database è il confronto fra la qualità espressa come numero di citazioni e il giudizio dei reviewers. questo confronto è utile poichè, secondo l’autore, il numero di cit può essere biased perchè c’è dietro tutto il gioco di pubblicità personale, dipartimentale, conferenziale e autocitazione. Partendo da questi dati potremmo fare un forte confronto con gli esponenti che dovremmo trovare.
In particolare, dall’articolo sembra emergere la buona qualità del database usato (solo ricerca italiana, ma magari facilmente accessibile) Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca

Domande

A quali database abbiamo accesso?

proxy Sapienza