FLESSIBILITA' DEI SERVIZI NEL CENTRO STORICO - LAZISE

Durante il periodo estivo la popolazione di Lazise (in particolare quella che gravita attorno al centro storico) si quintuplica grazie alla presenza di numerosi turisti. Il dimensionamento dei servizi di uso pubblico di interesse collettivo nella stagione estiva diventa inappropriato: servizi igienici, raccolta dei rifiuti e quant' altro non soddisfano le esigenze della popolazione. Perchè dunque non sviluppare una maggiore flessibilità dei servizi? Le possibilità sono molteplici, molti paesi europei già da tempo hanno assunto un approccio creativo alla riorganizzazione della sfera pubblica urbana.
 

Le soluzioni progettuali atte a sviluppare una maggiore flessibilità dei servizi esistono già, ma “per capire la cura è bene prima evidenziare i sintomi della malattia”.
E’ dunque importante fornire una predefinizione dei problemi: quali servizi, secondo voi, devono essere migliorati alfine di elevare la qualità turistico-ricettiva del centro storico lacisiense?
Rifiuti? Servizi igienici? Valorizzazione del patrimonio artistico/culturale?…

 
 

Abitando in campagna non saprei dire con esattezza, ma un problema comune a tutti i centri storici nei paesi turistici e nelle città d’arte è la carenza di servizi igienici pubblici. Dietro il comune ce n’è uno, ma forse andrebbero dislocati dei vespasiani in prossimità del parcheggio Marra, zona lungolago campeggio municipale almeno. La birra d’estate scorre a fiumi e fa il suo effetto. Altra cosa le fontanelle pubbliche: come ogni ciclista che si rispetti conosco i punti dove riempire la borraccia, ma il turista purtroppo no. Un paio d’anni fa non c’èra una fontanella che funzionasse a Lazise, e questo lo trovo poco civile. Certo l’acqua del sindaco è gratis, ed i bar hanno un bel ricarico con la bottiglietta d’acqua, così pure con la scusa del caffè per andare al gabinetto.

 
 

..non credi che per ben saper cosa fare devi conoscere i tuoi polli?
E’ il benessere della comunità che vogliamo perseguire oppure rendere l’ennesimo piacere alla macchina turistica?
Non potremmo tentar di capire in cosa consista la comunità di Lazise ammesso che esista come tale?
tante associazioni presenti sul territorio non significano comunità bensì bontà di cuore, infatti non
mi risulta esistere un gran livello di comunicazione tra di loro..
Vogliamo aggiungere altri tavolini o migliorare anche il nostro godimento del paese?
Qualcuno ha avuto modo di notare che il centro storico è praticamente disabitato?
..e con tutte ‘ste beatitudini nessuno che chieda di applicare uno sconto sulla tassa dei rifiuti solidi urbani a chi il centro storico lo abita..a loro non fanno la raccolta porta a porta..il loro sonno non è tutelato come quello di chi abita fuori dalla cinta muraria..
Capisci che le cose si possono fare per noi ed i turisti oppure solamente per loro?
Durante la costruzione del nuovo parcheggio della Mara avevo suggerito all’assessore ai lavori pubblici di costruire pure dei bagni pubblici..mellio che noi fà uno belo gropeto a i nostri robineti..
L’accoglienza si ha quando qualcuno accoglie qualcun altro..chi accoglie gli ospiti a Lazise? la comunità
orgogliosa del proprio territorio o i titolari dei campeggi ecc..?
Dov’è la nostra tanto decantata identità?..siamo il primo libero comune..ci facciamo vedere come i custodi di lasciti antichi..ma abbiamo qualcosa da mostrare di attuale e veramente nostro che rinforzi la
nostra vita di comunità?
Gli ultimi vent’anni hanno identificato Lazise come il luogo dove edificare selvaggiamente, andate a chiedere come la pensano le altre amministrazioni dei comuni gardesani e capirete..
E la tanto evocata comunità, il senso di appartenenza ai valori "tradizionali"e chi ne ha ne metta, dove erano quando tutta questa distruzione stava avvenendo?..lasciamo stare..
Sia ben chiaro che non sono contro il turismo, ci lavoro anch’io, e tanto meno al miglioramento delle nostre strutture ricettive, quello che mi piacerebbe sapere è qual’è il nostro ruolo, in cosa consiste:
siamo figuranti ad uso turistico o cittadini?

 
 

Lazise vive anzitutto di TURISMO, che piaccia o no dipende dai gusti.. ma non si può certo negare questa nostra dipendenza economica.
Quindi come cittadini che vivono di turismo dobbiamo costruire una sorta di identità attorno al tipo di immagine che vogliamo dare.

Il nostro Comune inizia a perdere arrivi turistici (NB: non presenze, spero si sappia la differenza) nei confronti dei Comuni confinanti che riescono a dare più servizi a parità di costo (es.Bardolino, Pastrengo, Castelnuovo).
Se Lazise riesce a sviluppare un turismo di èlite (anzichè un turismo rivierasco di massa) ne gode tutta la Comunità.. se di Comunità si è mai parlato a Lazise.
Come giovane lacisiense non mi sono mai riconosciuto come parte di una Comunità.
E sinceramente non penso proprio che si possa costruire una Comunità partendo da proposte progettuali o da una piattaforma web: il senso di comunità deve essere intrinseco nella società. Fino ad oggi la popolazione di Lazise non si è coesa nè si è identificata in alcunchè.. ciò vorrà dire qualcosa no? O continuiamo a sbattere la testa contro un muro? I nostri polli già un pò li conosciamo! A Lazise si può parlare di un arcipelago di diverse Comunità chiuse (la comunità DENTRO LE MURA, la comunità FUORI DALLE MURA, la comunità di COLA’,…), ognuna delle quali tenta di portare l’acqua al proprio mulino.
Non si può imporre ai lacisiensi di cambiare: la storia del nostro Comune ne è un esempio! Il 1°Comune d’Italia è nato più per motivi ammistrativo/economici che per motivi di coesione sociale (v. Privilegio OttoneII)

La proposta di costruire servizi pubblici stabili al parcheggio marra sarebbe svantaggiosa, sarebbe fatta solo per pochi turisti! I servizi verrebbero utilizzati esclusivamente durante la stagione estiva, l’ivestimento sarebbe quasi a fondo perduto e durante l’inverno nascerebbero problemi legati alla manutenzione e alla sicurezza dei servizi stessi (mettiamo una guardia giurata che gli sorvegli da eventuali furti/danni? Che li pulisca?).
Questa non è flessibilità. La flessibilità è servizi ai cittadini di inverno e più servizi d’estate per cittadini+turisti!
Sarebbe +corretto dotare il parco giochi (più usato dai veri cittadini rispetto al parcheggio) di servizi igienici decenti, creare una convenzione ad hoc con il gestore del minigolf e farli gestire a lui visto che sarebbe i primo a goderne.

Avendo lavorato per diversi Comuni gardesani (Perschiera, Desenzano, Bardolino, etc) come progettista posso garantire che l’indice di urbanizzazione di Lazise non è tanto superiore rispetto ad altri Comuni gardesani (2anni fa ho fatto una tesi specialistica che analizzava proprio questa tendenza). E ricordiamoci che se a Lazise si è edificato molto è perchè abbiamo una rendita maggiore rispetto ad altri Comuni (anche di piazza Erbe a VR!). L’indice di accessibilità è maggiore rispetto a tutti gli altri Comuni gardesani e i dati relativi alle presenze turistiche sottolineano questa tendenza.

 
 

..penso che non ci siamo capiti..
ti faccio un esempio: la morte del centro storico durante l’inverno.
Che senso ha imporre l’apertura di esercizi commerciali nel deserto? Lazise è praticamente disabitato se confrontiamo i dati dei residenti attuali e li confrontiamo all’era pre Zappo..
A Bardolino tale operazione sembra riuscire anche perchè il centro è più abitato..non è il deserto
Il Zappo è un quartiere composto in gran parte da “transfughi” e lì trovi solo residenze e niente più.
Nulla che rappresenti un qualche punto di aggregazione e se attività commerciali contigue esistono sono ben scarsamente rappresentate..
Insisto nel dire che noi appaiamo sempre più come figuranti in una realtà che sembra non riguardarci più
( nota che non sto proponendo alcunchè di impossibile, sto solamente guardando la realtà che mi circonda).
Non sono mai stato contrario al miglioramento ed alla razionalizzazione dei servizi turistici, a me che i servizi pubblici si trovino al campo giochi anzichè al parcheggio poco importa, l’importante è che esistano!
Riguardo alle biciclette sempre più presenti e sempre più accatastate ogni dove, perchè non cominciamo anche noi a fare quello che fanno a casa loro i nostri ospiti riguardo ai cicloparcheggi?
Non ho la pretesa e tanto meno la capacità di articolare in proposta esecutiva questo pensiero, però in molti si potrebbe fare di più..unire competenze ed esperienze..
..qualche anno fa il comune di Bardolino aveva emanata una delibera che riguardava l’occupazione dei plateatici ecc ecc..la nostra amministrazione lo ha preso come esempio nello stilare la propria delibera..andiamo a vedere come sono i testi di entrambe e poi potremo capire qualcosa..
Ora la questione non consiste se si è favorevoli o contrari ad una maggior efficienza bensì per chi
e dove ubicheremo tutto ciò.
Ultima cosa: voglio insistere sull’identità che abbiamo perso. Un paese disabitato non aiuta, centri di aggregazione che, se esistono, non trovano mai l’amministrazione comunale come attore bensì come mero patrocinatore non aiuta e se un tavolino in più, e dico solo un tavolino, vale più di noi anche questo non aiuta.
Purtroppo grazie alla mia età maggiore ho avuto modo di conoscere l’esistenza del nostro arcipelago Lazise e potrei dir cose peggiori di quel che tu dici, però, e quest però è importante, si riusciva a parlare di più con tutti, non solo con quelli che preferiamo. Proprio per questo motivo penso che dobbiamo progettare nuovamente la nostra comunità, questa è la prima importante razionalizzazione da compiere.
Esempietto del tempo che fu: il centro storico era il seggio elettorale 1, in centro si trovavano tre negozi di generi alimentari aperti estate ed inverno, vi erano due forni del pane..se lo abiti ottieni qualcosa che può funzionare..se fai di tutto per far fuggire i residenti rimasti ed attendi la morte di quelli anziani sono certo che il tanto vituperato arcipelago attuale diventerà palude mefitica..
Cosa potrà diventare Lazise? albergo diffuso? succursale di gardaland o caneva? Primo Mall medievale dove acquistare di tutto un po’ e circondato da capienti parcheggi?..

 
 

Mi trovo pienamente d’accordo: il centro storico ha perso la vitalità che lo caratterizzava in passato. La Lazise storica diventa un vero “centro” solo in estate: gli esercizi sono a pieno regime, le iniziative da parte di Associazioni e Amministrazione Pubblica non mancano.. tutto per la presenza di turisti.
A mio modesto parere questa lenta trasformazione è avvenuta per motivi diversi, in particolare:
- l’eccessiva ricchezza derivante dal turismo: il periodo estivo permette di guadagnare abbastanza da campare tutto l’anno. Quindi si sviluppano esercizi commerciali stagionali (= massimi guadagni ai minimi costi di personale e strutture);
- il lento abbandono del centro storcio da parte della Pubblica Amministrazione, sia in termini di opere che di iniziative.

Non si può obbligare la gente ad aprire un forno del pane, nè a tenere aperto d’inverno: la cosa deve nascere spontaneamente. Alcuni esercizi (es. Enjoy pub) e Associazioni (es. Lael & ProLazise) hanno cercato negli ultimi anni di risvegliare il centro dal letargo invernale, ma non è abbastanza. Se la cosa non parte “dal basso” (se gli stessi abitanti non partecipano o chiedono al Comune spazi per iniziative) la cosa non può funzionare.

 
 

www.larena.it/stories/dalla_home/575107...
Girando per il centro di Lazise penso che non ci sia tanta differenza dal centro di Verona: merceologia poco coerente con la tradizione, cineserie, ma anche menù e bevande internazionali reperibili in qualsiasi centro commerciale. Qualche altro esempio? Nel centro storico del nostro borgo medioevale, in piazzetta Cordonega, si è permesso di costruire un edificio moderno ad uso commerciale, alieno a tutto il resto, per poi vederlo affittare ai cinesi. Il famigerato “Centro della Musica” in periferia ai Rocchetti, anzichè riqualificare le ex scuole in via Roma. La privatizzazione della Dogana Veneta (oggi se una nostra associazione vuole organizzare una serata deve pagare più di 250€ alla D.Event srl!). L’accordo pubblico/privato con Mion per l’ennesimo supermercato in zona Zappo, e poi il centro commerciale a campo Rosso a Colà, minano la sopravvivenza dei pochi negozi eroici aperti tutto l’anno. Appare evidente la vera natura di chi ha amministrato Lazise in questi ultimi anni, che ha respinto le osservazioni dei cittadini pure quando la comunità si è manifestata dando prova di esistere e voler partecipare. Questo lo dobbiamo tenere bene a mente.

 
 

“Appare evidente la vera natura di chi ha amministrato Lazise in questi ultimi anni” secondo me questo processo è partito già dagli anni ‘80, TUTTE LE AMMINISTRAZIONI HANNO CONTRIBUITO a questa situzione, chi più chi meno!
Lo stesso piano urbanistico di Cecchini ha portato alla nascita dei residences Barum a Lazise e I Vigneti a Colà (tutto ciò è ben verificabile): un’ottimo piano urbanistico che (come molti in Italia) è stato stumentalizzato dalle diverse Giunte nel corso del tempo.. quindi che cosa ci abbiamo guadagnato?
Non bastano buoni progetti: serve soprattutto una maggiore responsabilità da parte degli stessi attuatori, chiunque essi siano.

 
 

INTERMEZZO

Nota di fumo e colore

Non posso sostare in strada sulla soglia di casa altrimenti fumo in faccia a uno che mangia.

 
 

Certo, hai ragione: molti problemi vengono da lontano. Non è responsabilità nostra che eravamo appena nati, tantomeno di chi a quel tempo ha combattuto ma ha perso la battaglia. Noi però viviamo nel nostro tempo, il PAT è stato pensato OGGI, la responsabilità è nostra e va bloccato adesso.
Citando l’amico Mario a proposito del PAT del suo paese:
“Alle spalle degli anni ’60 c’era la guerra, la fame, la miseria.
Alla nostre spalle c’è l’opulenza, lo spreco, la corruzione dilagante, la speculazione, la distruzione del tessuto industriale e produttivo”.

 
 

..sintetizzo ancora di più quello che penso:
- se non vi fa male lo stomaco, sapete quando si contrae dal nervoso,non vi credo coinvolti
- le dotte analisi, senza la premessa di cui sopra, valgono come le brezzoline che neanche ti rinfrescano
- i problemi hanno nomi e cognomi, cominciamo a dirli
- ogni tanto servono fatica e sudore..
- serve coraggio e se siamo in tanti esso cresce..mostrare il “quid” non nuoce
- questo non è un manualetto maoista bensì la descrizione di quello che fa ognuno quando vuole
realizzare qualcosa per se stesso
Le scuole vecchie di Lazise sono uno dei tanti scandali che dimostrano quanto i nostri amministratori
abbiano pensieri “confusi”
L’ovvio è forse banale ma quello che si potrebbe fare con quell’immobile è un elenco sterminato di cose utili..
Pesa sicuramente la contiguità con il campeggio..
Abbiamo il SECONDO campeggio costruito in Italia, un record, ed il sindaco di allora era forse un visionario? averne di quelle persone!..ma come avèa dito la volpe i è boni i mioi..
l’unico campeggio che non ha alcuna attività commerciale al proprio interno e che contribuisce concretamente alle attività commerciali del capoluogo e che con gli utili di gestione contribuisce al bilancio comunale..
Sembra che in molti e da molti anni stiano progettando un utilizzo diverso dell’area e con le scuole annesse il boccone è succulento..è un piano a lungo termine che non muore..
E’ un metro di confronto con gli altri campeggi e questo sembra disturbare..
Solamente facendo proposte dettagliate e condivise da molti ( associazioni, persone responsabili, ecc..)
si ottiene di mettere il piede nel piatto di coloro che, come un tumore, sbranano le nostre bellezze.
Bisognerebbe sempre giocare d’anticipo..non è sicuramente facile ed è più faticoso e ci obbliga a prendere posizione..purtroppo piace a pochi..è facile urlare quando le cose stanno accadendo ma solitamente è anche troppo tardi..
Vorrei fare una propostina “talebana” per il prossimo anno: durante la stagione turistica piantonare i due punti di raccolta dei rifiuti del parcheggio La Mara e quello situato tra scuole e campeggio e fotografare chi praticando la disciplina del "lancio del sacco nero spande monnezza ovunque riducendo quei posti a meri angoli maleodoranti..
Ci si piazzerà lì negli orari in cui arrivano i rifiuti dei vari esercizi del centro storico e registreremo le gesta di chi si diletta nel lancio dei rifiuti..
Si tratta di mettere se stessi in evidenza, di sacrificare del tempo durante orari scomodi e di contribuire al miglioramento dei servizi a favore sia nostro che dei turisti..
E’così che ci si lega a persone e cose e che nascono l’identità e la comunità.
Far fatica a gratis!

 
 

“durante la stagione turistica piantonare i due punti di raccolta..” trovare qualcuno che si offra di piantonare (gratis e con continuità) la zona rifiuti durante il momento più remunerativo e caotico dell’anno mi sembra davvero un’utopia: tale atteggiamento di gratuità e servizio si basa su un senso di Comunità già consolidato all’interno di un gruppo.

Personalmente lo stomaco non mi fa male, non abitando nel centro storico non sono particolarmente coinvolto da certe problematiche.. ed è strano che abbia aperto io una discussione a tale riguardo.. ma sono un lacisiense, di lavoro faccio l’urbanista e ritengo importante condividere le mie capacità per risvegliare questo paese.
Se gli stessi residenti del centro (o i pochi rimasti) pensano davvero che il problema sia il “mancato senso di Comunità” l’approccio non è corretto: non servono progetti ma bensì PROCESSI. Quindi non arrabbiatevi se da noi esterni al centro storico vengono proposte settoriali: il senso di Comunità è un processo che avviene spontaneamente nel tempo, spetta agli stessi abitanti del centro costruirlo!
Nel mio quartiere spesso si collabora gratuitamente per il medesimo obbiettivo (la settimana scorsa abbiamo restaurato con le nostre mani uno dei capitelli del nostro quartiere) ma tutto questo è nato spontaneamente, non ci è stato imposto da nessun progetto o da alcuna Amministrazione.

 
 

..scusa ma mi spieghi cosa fa l’urbanista: inscatola esseri umani?
..tu sei residente a Lazise e basta..vogliamo essere anche i primi a derivare dal libero comune i liberi quartieri e contrade?
capisci che non abbiamo ancora capito l’abc della convivenza?..
..metterci dell’impegno al di fuori delle proprie competenze non ha mai fatto male, anzi si impara..l’umiltà innanzitutto..
..e se siamo arrivati dalla razionalizzazione a concetti che ne sembrano avulsi è perchè abbisogniamo di umanità invece di direttive tecnocratiche le quali, guarda un po’, “adattano” sempre noi alle varie esigenze..il tecnico avrà sempre modo di protestare contro il popolo bue che non comprende..
come vedi è sempre questione di punti di vista..

 
 


Il paese d’inverno è vuoto, nessuno vive piú in paese, molti anziani
(quelli senza il servizio spazzatura differenziata porta a porta, non si
fanno sconti); giusto per ribbattere sul dente.

Anche a me quello che piacerebbe sapere è qual’è il nostro ruolo, in
cosa consiste:
siamo figuranti ad uso …, …., turistico o cittadini?
So che Lazise, come altre comunitá ha sue specifiche caratteristiche
economiche, ha vissuto di privilegi ottoniani, vissuto di pesca, vissuto
di turismo, vissuto di agricoltura e la lista continua… .
Se brucia la Chiesa immagino che Giorgio e Paola saranno i primi a
chiamare i Pompieri, non uno che ha il negozio a Piazza Duomo a Milano.
Questo è una comunitá. Il territorio in cui con-viviamo.
Le comunitá sono piccole, e quindi tutti conoscono tutti. Per cui
capisco che si riesca a mantenere un rapporto di acqua calma e paludosa:
però c’è acqua calma e paludosa …., proprio per questo fatto che
tutti conoscono tutti, e nessuno riesce a sollevare conflitti di
nessun tipo. Per questo non si fa politica.
Per cui non puoi aprire un discorso politico un po’ diverso da quello
che già c’è, perché altrimenti entri in conflitto con degli amici. Se ci
sono dei problemi vengono anche sollevati, però poi non si risolvono; si
smette di parlarsi. Per cui non si affronta il conflitto.

Io considero la politica una forma per integrarmi nella società,
un’integrazione che non è conformismo, ma è polemica, nel senso di
visione critica di ciò che accade, mossa anche da una certa ansia per
ciò che vorrei accadesse. Ciò che non mi va bene vorrei diventasse
conflitto aperto, ma non strutturato su una mera contrapposizione, un
conflitto guidato da parole e azioni politiche efficaci.

C’e’ anche chi dice: “Tutti conoscono tutti? suona
incredibile!". Rilevano molta frammentazione e scarso desiderio di
collaborare tra le varie realtà: "… La sensazione è che nessuno si
conosca; c’è una solitudine tangibile, insostenibile a tratti.”…

Penso che questa frammentazione non sia di per sé negativa. Ciò che è
negativo è che si vengono a creare dei luoghi fecondi, fertili, anche
dal punto di vista politico, ma che purtroppo rimangano isolati tra
loro, come se vivessero vite parallele; senza comunicare. Questo è il
punto su cui per me occorre riflettere. Cosa è che impedisce la
mancanza di interferenze? Creare interferenze, per dirne una, tra le
persone che si ritrovano per condividere la passione per …
…, ad esempio manca
UN POSTO!!
Un esperimento di 3 anni del Comune. Una sala a disposizione dei
cittadini su semplice prenotazione 12 mesi l’anno in paese.
Una sala pubbica gestita da chi la usa completi di bidell* a turno.
Un paio di poltrone tavoli sedie connessione.
Salapubblica in cui tutti possono sentirsi desiderosi di proporre
qualcosa usando quella sala, un corso, un’iniziativa di un singolo
cittadino, di un gruppo, di un’associazione e cosi via. Partire ad
esempio da un tavolo di chi é interessato, all’esperimento della
salapubblica, ad usare questa opportunitá, su pratiche nuove, la semplice
condivisione di esperienze e saperi, senza essere condizionati dal fatto
che la sala non e’… , meno precaria, in quanto permette di vivere
una condizione più stabile 3 anni e di semplice accesso all’uso. Serve
un calendario prenotazioni, per le richieste per riunioni, corsi,
iniziative, il mercatino di natale, dell’artigianato, dei prodotti
locali…

I turisti possono vedere gli abitanti di Lazise in un ulteriore contesto, uno in piú, e che ne sappiamo? In fondo da queste parti passa gente da quasi tutto il mondo. E’ un occasione tipica del luogo.

Vorrei ribadire che ci sono modi di fare le cose a basso costo.
In una cassetta qualche soldo entra sempre. Se tu fai capire alle persone
che un progetto continua se si basa sulle loro donazioni, le persone te li donano i
soldi. Poi, …contare sul denaro pubblico, e diventa difficile.
Invece se tutto é a basso costo, le cose sono più facili. La logica del
gratuito e del dono penso sia ormai l’unico modo per fare le cose.

Questo sarebbe un inizio se pur lento, con una buona prospettiva.
Vorrei aprire un capitolino su questa proposta di/per l’uso di una sala pubblica.
Sala Pubblica

 
 

“In una cassetta qualche soldo entra sempre. Se tu fai capire alle persone che un progetto continua se si basa sulle loro donazioni, le persone te li donano i soldi…” questo modo di vedere le cose è legato ad una prosperità economica che è finita: i progetti devono essere capaci di autofinanziarsi (non dipendere dalla bontà di qualcuno) per avere forza e continuità!

Chiedo scusa se a volte scrivo in modo “aggressivo”, non voglio assolutamente mancare di rispetto! Ma qual’è l’età media della gente che scrive su questo forum? 50 anni o giù di lì?
Avete provato a confrontarvi con ragazzi di 20-30 anni su questi temi?

La società di Lazise sta cambiando profondamente: le nuove generazioni sono esterne dalla logica di paese in cui “tutti conoscono tutti”; tendono a dividersi tra Bardolino e altre realtà circostanti. Non sarà grazie alla presenza di una sala civica che torneranno a rivivere Lazise! Prediamo il caso di ABIBO’ e del centro delle Associazioni in viale Roma: l’iniziativa sta già entrando in crisi.. e non diamo la colpa solo alla decandenza della struttura: uno spazio collettivo anche se vecchio può essere tenuto in maniera dignitosa!
Se il centro Associativo fosse percepito e trattato come un vero Spazio Associativo(e non come parcheggio o sede provvisoria di Partiti politici) le Amministrazioni ci penserebbero 10 volte prima di specularci sopra!
Oppure guardiamo lo spazio collettivo di Pacengo: nonostante la struttura sia nuova, quante volte viene realmente utilizzato dalla Comunità?

Quindi: se la collettività non è stata in grado di sfruttare o quantomeno dare centralità a questi luoghi, cosa ci garantisce il successo di una nuova sala pubblica?..

 
 

Dipende dalla bontà dell’amministrazione comunale allora? Si pensi alla festa de l’ospite 2012, dove per motivi propagandistici ed elettorali l’amministrazione ha sborsato somme di denaro iscritte al bilancio per promuovere attività di governo: € 15.511,86 per assumere bravi ma ignari figuranti locali, e 1694€ a telearena/telenuovo per far vedere che Lazise è la città della musica, e che il “polo Musicale” in periferia ai Rocchetti era cosa buona e giusta. Fino ad allora la festa de L’ospite ha sempre contato sul volontariato e sulla gratuità, sui proventi della birra, l’anguria, e la mortadella (anzi, alcuni anni gli esercenti mandavano la finanza per paura che gli fregassero i clienti). Allego determine.
P.s a #CANDALUA: Ho riletto l’art. 18 della costituzione Italiana, ma sull’associazionismo non c’è scritto nulla sul limite di età. Farne una questione anagrafica mi sembra abbastanza puerile: ho 37 anni ed ho amici di tutte le età. Ricordati che un sessanteenne è stato ventenne prima di te. Si chiama esperienza.

 
 

Mi riferivo non tanto alla bontá, ma al dono.

Sempre una buona mappa sull’argomento per chi volesse approfondire.
economia-del-dono

L’economia del dono
di Francesco Varanini
30 luglio 2001

 
 

ad attiloanacleto: Non mi riferivo nessun articolo (??) nè ad alcuna Costituzione (?!): mi riferivo al fatto che spesso le generazioni “mature” concepiscono progetti che non sono di alcun interesse per le nuove generazioni.. e sono progetti che hanno vita corta! Sono i giovani che danno continuità nel tempo ad un’iniziativa e spesso ce ne dimentichiamo.
Il 60enne sarà anche stato 20enne prima di me (e lo rispetto) ma lo è stato in tempi dove la società e gli interessi erano diversi!
Non dirmi che tu a 20anni usavi già facebook o partecipavi a tavoli di discussione sul web..
e non basta avere amici giovani per capire i giovani (non facciamo i Salesiani): le tue aspettative per il futuro sono diverse dalle mie in quanto abbiamo età (e bisogni e valori) diversi.

 
 

.

Sempre per chi volesse approfondire e come documentazione per labzise:

ho caricato tra gli allegati questo libro (copyleft) di cui riporto l’indice generale.

NELL’ACQUARIO DI Facebook

Ippolita


Indice generale
Parte prima – Ho mille amici ma non conosco nessuno
• Istruzioni per l’uso: default power
• In principio era Google
• L’era della distrattenzione democratica
• Dinamiche sociali: omofilia e voyeurismo
• Dinamiche psicologiche: narcisismo, esibizionismo, pornografia emotiva
• La società della prestazione
• Pubblico e privato, ontologia e identità.
• La privacy è morta. L’ideologia della trasparenza radicale.
• Liberi mercati e bolle finanziarie
• La libertà di scelta nella cultura dell’opt-out
• Surrogati di presenza e rassicurazioni emotive
Parte Seconda – Il progetto right libertarian alla conquista del mondo: social network, hacker, attivismo, politica istituzionale
• Ideologie in rete: l’Illuminismo di Google e il Libertarianesimo di Facebook
• I libertariani: breve storia di un capitalismo fanatico
• Il darwinismo tecnologico, dalla PayPal Mafia a FaceBook: la resistibile ascesa dell’anarco-capitalismo
• I social network nella visione anarco-capitalista, o la socialità gestita dalle macchine nell’era dei Big Data
• Lo spirito hacker e la peste anarco-capitalista: un’affinità di lunga data?
• I partiti pirata: la tecnologia in politica
• L’affaire Wikileaks: una sfida sensata?
• Anonymous, un attivismo anomalo

Parte terza – Le libertà della rete
• La favola della rivoluzione online e la realtà dell’attivismo da poltrona
• Orwell, Huxley e il modello sino-americano
• Reazioni e antropotecniche di sopravvivenza
• Oltre la rete di nodi vuoti: individui autonomi e reti organizzate
• La partecipazione di massa
• Oltre la tecnofobia: costruire tecnologie conviviali
• Un racconto al posto di una conclusione
Il tuo acquario
.
Grazie a:
You’ll Never Walk Alone:
Disclaimer – Licenza Creative Commons by-nc-sa 3.0

 
 

#CanDaLua, non ti conosco abbastanza per dire se i tuoi valori sono tanto diversi dai miei. Suppongo di sì, leggendoti mi sembra di capire che dai importanza agli status sociali (età, professione). Mi piace il tuo slancio giovanilista: a qualche teenager potresti risultare già troppo maturo, ahimè. Rischi dell’età.
P.S: sei andato a sentire Libero Cecchini in Dogana il mese scorso?
L’Architèttore ha 94 anni, ed ha una freschezza mentale da fare invidia alle giovani leve (post riforma Gelmini).

 
   

più che ai nomi di chi ha fatto, sono più interessata a quelli di chi NON ha fatto. 30 anni fa avevo 3 anni e quindi penso a quello che ho fatto (e non ho fatto) negli ultimi 5 o 6. Mi permetto di citare Gramsci :
“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.