Aggiunto gli appunti che avevo preparato durante la presentazione. RYDEN D. B., Does Decline Make Sense? The West Indian Economy and the Abolition of the British Slave Trade, in «Journal of Interdisciplinary History», XXXI, 3 (Winter, 2001), 347-374. Table of Contents:
Lettura tradizionale: (metà XIX sec. – anni 30 XX sec.) l’abolizione della tratta e della schiavitù nell’Impero è vista come un successo esclusivo della coscienza abolizionista propagandata dalla filantropia britannica della fine del XVIII sec. Thomas Clarkson (1760–1846): «convergenza divinamente guidata fra pensatori cristiani e il cambiamento sociale». Reginald Coupland (1884-1952): principale sostenitore delle tesi clarksoniane nei primi del Novecento. Sebbene l’Impero, dopo la perdita delle colonie del Nord-America, avesse fondamentale necessità di mantenere lo status quo ovunque (compresa la tratta e i rapporti bianchi-neri), il successo del 1807-1833 è dovuto alla caparbietà degli abolizionisti che hanno saputo risvegliare le coscienze nazionali, ponendo queste istanze al di sopra degli interessi economici. Decline Thesis: (metà XX sec.) l’abolizione è vista come scelta necessaria operata dalla Gran Bretagna nel momento in cui la schiavitù non era più conveniente a livello economico. Eric Williams (1911-1981): nato nell’isola di Trinidad (allora parte dell Indie Occidentali Britanniche), divenne chief minister (1956-9) e poi premier (1959-62), conducendo il processo di indipendenza dal Regno Unito nel 1962, restando al vertice della Repubblica di Trinidad e Tobago. a) dopo la guerra dei Sette Anni (1756-63), e la conseguente acquisizione di nuove isole “dello zucchero” nei Caraibi (Indie Occidentali Britanniche), la concorrenza interna all’Impero, chiuso secondo il protezionismo del Navigation Act, è troppo forte (sovrapproduzione: produzione più che raddoppiata); b) dopo la Rivoluzione Americana (1775-1783) e la breve crisi economica interna che seguì, le Indie Occidentali (sostanzialmente monoculture di canna da zucchero) ebbero grossi problemi di approvvigionamento di viveri di prima necessità, solitamente provenienti dal Nord America (inflazione generi prima necessità – raddoppio del prezzo -, dimezzamento del potere d’acquisto, difficoltà a mantenere gli schiavi); Empirismo (II metà XX sec.): il grande richiamo di Williams all’empirismo nelle analisi ha portato, negli anni Settanta, ad una lettura neo-clarksoniana della vicenda. a) elasticità dell’offerta di schiavi africani; David Beck Ryden: opera una revisione della tesi del declino. a) sono prezzi parziali (ci dicono poco di quanto fosse pagato lo zucchero al produttore, al netto delle spese di trasporto) → bisogna guardare ai prezzi in loco; b) la letteratura dice che nel XVII sec. gli sforzi nel tracciare nuove rotte e nuovi metodi di commercio portano ad una rapida discesa dei costi di trasporto, gettando le basi per la crescita delle colonie; questo in condizioni di normalità. Non fu così però nel mezzo secolo che precede l’abolizione. Le guerre (franco-indiana; rivoluzione americana; rivoluzione francese e le guerre napoleoniche) iniziarono a gonfiare i prezzi di trasporto atlantico per svariati motivi (mancanza di legno da costruzione, necessità di sicurezza – cannoni, persone che sappiano usarli salari, convogli privati o statali, diminuzione dell’offerta di navi, navi costruite in Europa più costose di quelle costruite nelle Tredici Colonie, ma dopo la rivoluzione sono le uniche cui rivolgersi). c) Elizabeth B. Schumpeter: studia empiricamente l’effetto delle guerre nell’economia britannica del XVIII sec. e mette a punto un indice dei prezzi largamente usato per il XVII-XVIII sec. In termini prettamente keynesiani: spesa pubblica → aumento del circolante → aumento dei consumi → quindi di prezzi e salari d) 1797: debito pubblico alle stelle: le voci sull’invasione della Francia creano anche una corsa agli sportelli prima nelle piccole banche e poi nella Bank of England. → Prezzi in loco + corretti al netto dei costi di trasporto + corretti per gli effetti inflattivi delle spese di guerra (indice Schumpeter): tendenziale calo dei rendimenti dell’industria zuccheriera lungo il XVIII sec. |
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officiallocalobserver
Jun 24