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Linee guida

-Presentazione, chi siamo, dove andiamo, perchè ci andiamo.

*Introduzione

*MACROPARAGRAFO che spiega come funziona il sistema (sottoparagrafi: 1)valutazione del lavoro(riviste e peer review 2)valutazione dello scienziato(h index, indici bibliometrici)

*MACROPARAGRAFO CHE RACCOGLIE CRITICHE E PROPOSTE (sottoparagrafi: 1)critiche di buon senso (mancanza di oggettività del metodo, penalizzazione dei paesi emergenti) 2)critiche “ideologiche” (messa a valore della conoscenza secondo logiche di profitto e giustezza o meno di un metodo di demarcazione) 3)proposte alternative (episcience))

*Conclusioni.

(Giulio edita te)
Perche stiamo facendo questo lavoro, qual’è il meccanismo delle pubblicazioni.

Nel documento verrà presentata in maniera amplia e critica la questione delle pubblicazioni scientifiche, con particolare attenzione a quelle pubblicazioni che vengono prodotte nell’ambiente di ricerca.
Da quando la ricerca ha raggiunto lo status di settore economico è sorta la necessità di valutare gli individui che partecipano alla produzione di sapere, siano essi ricercatrici e ricercatori, docenti, università e istituzioni in genere.
Questa necessità è stata negli ultimi 50 anni risolta con la proliferazione di indici e griglie, che con regolare tempismo sono stati rimessi in discussione perché non sufficentemente oggettivi, tanto è stato lo sforzo da costituire una scienza, la bibliometrica.
Nello stesso lasso temporale si è andato a sviluppare un intero settore del moderno capitalismo che è quello dell’editoria scientifica, un settore dominato dalle multinazionali del sapere che da un lato garantiscono l’autorevolezza di una tale pubblicazione, dall’altro impongono la linea di demarcazione tra ciò che è scienza e cosa no.
Questo meccanismo di autorevolezza viene ampliamente pagato dalle istituzioni, sia esse pubbliche che private. Spesso a scapito della ricerca stessa, che soffre della crisi economica e delle politiche di austerity dei nostri anni; e si inserisce, rinforzandolo, in un crescente processo di sfruttamento cognitivo dei ricercatori e delle ricercatrici
Ci troviamo quindi in un’attualità universitaria ove l’individuo è sempre più schiacciato tra la necessità di costruirsi un curriculum di autorevolezza scientifica e la mancanza di una retribuzione adeguata al suo lavoro.
I criteri di valutazione della ricerca divengono allora indici di profitto per gli investitori pubblici o privati, che vengono sostenuti dallo stesso sistema univerisitario.
Finanche accettando la leggitimità e la necessità di un criterio di demarcazione, e che questo sia legato a doppio filo con gli interessi degli investitori e dei gruppi di ricerca questo si rivela fallimentare rispetto al suo obbiettivo di oggettività, si rivela una fonte di amplio profitto per chi gestisce questo processo, e soprattutto influenza la ricerca stessa imponendo settori di moda ove investire rispetto ad altri campi di ricerca.

Nell’ottica contemporanea di valutare tutto e tutti con algoritmi che pretondono oggetività
c’è bisogno di un processo valutativo? (bho, sicuramente fa soldi!)
rispetto a cosa viene valutata la scienza?
Mercificazione – Collaborazione|competizione

Perche stiamo facendo questo lavoro, qual’è il meccanismo delle pubblicazioni.
c’è bisogno di un processo valutativo? (bho, sicuramente fa soldi!)
rispetto a cosa viene valutata la scienza?

Alcune domande e perplessità

  • La figura del giornale rimane chiave nella possibilità di costruire percorsi consapevoli nelle scienze, rendere gli archivi come internet vuol dire non avere più una discriminanza tra articoli di qualità e articoli no, è importante che oltre all’archiviazione venga compiutqa questa operazione anche, l’openaccess non ha particolare efficacia in questo perche si guarda solo alla correttezza della pubblicazione e non alla qualità.

Mettemo tutto a valore!!!!!

Links

www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC15.../ | Open access: the view of a commercial publisher
www.pagepress.org/open-access.html | Why Open Access | PAGEPress Publications | PGP
www.nature.com/news/open-access-the-tru... | Open access: The true cost of science publishing : Nature News & Comment
academia.stackexchange.com/questions/42... | publications – How can Springer and Wiley put a 12 month embargo on posting post-review revisions to the arXiv and similar? – Academia Stack Exchange
scienceblogs.com/principles/2012/01/30/.../ | The Arxiv Is Not a Journal – Uncertain Principles
www.journals.elsevier.com/theoretical-c.../ | Manuscript posting in arXiv – Theoretical Computer Science – Elsevier
www.elsevier.com/about/company-informat... | Sharing
about:preferences#advanced | Preferences
www.plos.org/ | PLOS | Public Library Of Science
www.google.it/search?q=peer+reviewing&ie=utf-8&oe=utf-8&gws_rd=cr&ei=u1XbVrnlJMGU6ASr1YygCg | peer reviewing – Cerca con Google

Loop e feedback

Davide chimica

L’iniziativa è stata strutturata attraverso un’introduzione generale della tesi triennale in chimica di Davide (riguardante lo studio comparato di 4 catalizzatori per una reazione in grado di produrre il cosiddetto “syngas”) seguita da una serie di riflessioni sul mondo della ricerca nel quale ci si inserisce durante il mesi di tirocinio previsti dal corso di studi. Presenti una trentina di persone del giro di sapienza clandestina.

Nella seconda parte dell’incontro Davide ci ha raccontato le sue peripezie da tesista triennale alle prese con una strumentazione limitata e il più delle volte di difficile accesso. Come ad esempio il microscopio elettronico messo a disposizione dalla sapienza che viene a costare 50 euro l’ora costringendo chi lo utilizza ad analisi frettolose e non replicabili. Da qui si è preso spunto per parlare delle modalità con cui viene giudicata la produzione scientifica in termini di h-index ecc… È emerso il fatto che gruppi come quello in cui ha lavorato Davide che gestiscono un laboratorio ma senza possedere strumenti di misura non prettamente “chimici” (spettrometri raman, microscopi elettronici ecc…) ma necessari ai fini delle ricerche portate avanti siano inevitabilmente svantaggiati rispetto a gruppi più finanziati e accessoriati. È dunque evidente che alla produttività scientifica misurata in base al tasso di pubblicazioni contribuisce più la disponibilità economica che la qualità della ricerca. Abbiamo anche ripreso il discorso sulla precarietà accademica e sulla Maker Faire.

Episciences

Allora ho passato un po di tempo sull internet a cercare tra “what/similar/alternative/rose/articles/journals – episciences” e questo è il top del top:

  • gente che chiede a che punto stas episcience link1 link 2
  • un epi journal jdmdh.episciences.org/77
  • "sta arrivando" targati 2013-2014
    Una plausibile analisi: sto coso è davvero appena nato, sembra che abbia un po deluso i tempi perche l’idea nasce dal polverone sollevato nel 2013 con “the cost of Knowledge” ma ha avuto grossi rallentamenti nello sviluppo tecnico, tipo Libreant :P, quindi credo che valga la pena contattarli, e capire a che punto stanno, se li si puo aiutare, se abbiano tempo/voglia per un incontro pubblico sul tema!

bibliografia:

L’ape e l’architetto

Scienza Spa

Darnton, Robert, 2009, The Case for Books, New York, PublicAffairs; tr. it. 2011, Il futuro del libro, Milano, Adelphi.

Hess, Charlotte, Ostrom, Elinor, 2006, Understanding Knowledge as a Commons, Cambridge (MA), London, (UK), Mit Press; tr. it.. 2009, La conoscenza come bene comune, Milano, Bruno Mondadori.

Parole da chimico:
Il finanziamento dei privati (complessi industriali etc) hanno diversi rientri tramite il meccanismo delle pubblicazioni, viene indirizzata la ricerca verso trattazioni che migliorano o giustificano un processo chimico già in commercio, se non addirittura viene applicato un brevetto

Davide ci propone di fare un incontro presentando 2 tesi che apparentemente non hanno un ritorno commerciale, che invece sono inserite in 2 contesti di finanziamento differenti.

ALTRE COSE IN PIU’:

  • Oltre a Scopus e Google Scholar esiste un altro database di articoli che viene usato per calcolare h-index e altra roba che si chiama Web Of Science
    di proprietà della compagnia multinazionale Thomson Reuters indagata nel 2009 per “abuso della sua posizione rilevante nel mercato”. (Altro male maiale!!)
    Qui le pagine Wikipedia in inglese:
    en.wikipedia.org/wiki/Web_of_Science
    en.wikipedia.org/wiki/Thomson_Reuters
  • Articolo semplice e interessante che parla dei vari modi di valutare il lavoro di uno scienziato (H-index, impact factor ecc…) con delle riflessioni a proposito. https://mamidala.wordpress.com/2011/07/10/25/

DOMANDE LASCIATE SENZA RISPOSTA:

  • Il pagamento alla rivista viene fatto anche se la review non va a buon fine?
  • Se pubblico su Episcience il mio articolo finisce anche nell’archivio di google scholar?

Da fare:

quindi magari, fatelo voi

Credo che ipoteticamente per fare un quadro un minimo autocoerente
giovedì dovremmo approfondire:

  • Proiezione in Majorana de Internet’s own boy
  • L’H-index, e i vari indici bibliografici, chi li costruisce, quali sono
    gli effetti sulla ricerca, quanto sono importanti e che legame hanno con
    le case editrici, con Scholars e Scopus (che è elsevier!)
    plati
  • Episciences.org
    (leggete la wiki)
    che fama ha a livello internazionale, chi lo usa, chi ci stà dietro, ne
    esistono altri?
    cocco
  • altri dipartimenti che fanno a riguardo? qualcuno ha un amico chimico,
    informatico,geologo che ci racconta la sua esperienza?
    tutti
    e cito:
    Blocking text mining research

report mini-punta 30/11

Abbiamo parlato degli indici bibliometrici principali:

  • h_index in generale questo sistema
  • Impact Factor – The impact factor is a measure of the frequency with which the average article in a journal has been cited in a particular year. The JCR also lists journals and their impact factors and ranking in the context of their specific field(s).

E in generale abbiamo cercato di capire quali sono i meccanismi di valutazione delle riviste e degli autori.
Slide del piompo

Episciences è una piattaforma alternativa per la sottomissione e revisione di articoli nata recentemente (Maggio 2015), che si basa su archivi open source e pubblici di articoli (ArXiv e Hal). http://www.episciences.org/

Un’idea operativa è quella di elaborare un questionario da far compilare a professori e ricercatori, da stabilire se in maniera anonima o no. Le domande possono riguardare il lavoro di ricerca specifica del soggetto (come pubblicano, quanto spendono per pubblicare, con quale frequenza. perché etc. etc.) e cosa ne pensano del sitema in generale.

un po di fomento:
OpenAccess Guerrilla Manifesto

alcuni link e appuntini:

The Episciences.org project is involved in the open access movement

un articolo di un paio d anni fa sul tema con un sacco di link e news:
www.lescienze.it/news/2013/02/08/news/i.../

Scientists against Elsivier
thecostofknowledge.com/

Altre case editrici:
it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Case_ed...

e soprattutto:
raccolta di articoli preprint, non ancora inviati ai referee
arxiv.org
tentativo (forse consolidato) di un arxiv con valore accademico
hal.archives-ouvertes.fr/
il problema è che le ubblicazione su arxiv non havvo valore accademico, in particolare su quello che è l h_index

Rif Luisa Capelli, docente di edirtoria a Torvergata, le ho scritto una mail e ha risposto così:
Io mi occupo ora di Open Access soprattutto attraverso il mio impegno nel Comitato scientifico di Open Edition Italia.
Sono disponibile per un incontro sull’argomento, intanto ti suggerisco qualche riferimento bibliografico.

Due testi certamente importanti sono:

Potete cercare articoli e slide prodotte da Antonella De Robbio, e su Roars.

Naturalmente, sono riferimenti fondamentali:
- la Dichiarazione di Budapest per l’accesso aperto: www.budapestopenaccessinitiative.org/tr...
- l’appello del matematico Tim Gowers: http://thecostofknowledge.com/